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BORSA: LE PIU’ ‘AMMIRATE’ TRA LE SOCIETA’ USA

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Per il quinto anno consecutivo, in cima alla top ten delle societa’ americane piu’ ammirate, stilata dal mensile USA ‘Fortune’, si e’ posizionato il colosso industriale General Electric (GE – Nyse).

Ecco la classifica:

1) General Electric
2) Southwest
3) Wal-Mart
4) Microsoft
5) Berkshire Hathaway
6) Home Depot
7) Johnson & Johnson
8) FedEx
9) Citigroup
10) Intel

La famosa top ten di ‘Fortune’, giunta quest’anno alla sua ventesima edizione, viene compilata su un campione di 10.000 dirigenti, direttori e analisti di mercato, selezionati dal gruppo di consulenza Hay Group. Gli interpellati devono dichiarare quali sono le dieci societa’ Usa che ‘ammirano’ di piu’ su un range di 530 aziende.

Ed e’ proprio al verbo ‘ammirare’ che bisogna prestare attenzione, visto che i criteri di valutazione sia da parte degli uomini d’affari che formano e hanno formato il campione intervistato, che dall’opinione pubblica in generale, cambiano e sono cambiati con il passare del tempo.

Quali caratteristiche hanno e devono avere oggi le societa’ piu’ ‘ammirate’? Perche’ una societa’ e’ considerata di successo e vincente, come ad esempio General Electric, Wal-Mart e Microsoft?

Piu’ facile rispondere subito quali caratteristiche non si devono avere per non essere ammirati:

“Se s’intende arrivare all’ultimo posto della classifica delle societa’ piu’ apprezzate, non si deve far altro che contraffare i numeri, ingannare gli investitori e lasciare in mezzo a una strada i dipendenti”, scrive la giornalista Jessica Sung nell’articolo di ‘Fortune’ dedicato proprio a questa top ten.

Per Enron (che queste caratteristiche le ha tutte) ha funzionato: il colosso energetico, infatti, e’ arrivato proprio in ultima posizione nella top ten del settore energetico, mentre lo scorso hanno era il numero uno.

Quando ‘Fortune’ ha inaugurato la classifica vent’anni fa, all’inizio del 1980, la gente, secondo gli organizzatori del sondaggio, tendeva ad apprezzare e premiare le societa’ di grandi dimensioni e di vecchia data, quelle che producevano beni di consumo (cereali, telefoni, film) e che avevano il quartier generale in un posto noto per la sua ricchezza, ad esempio New York o il Connecticut. Tra queste annoveriamo AT&T, Eastman Kodak e General Mills.

In quegli anni, il solo fatto di essere dei colossi aveva un impatto notevole sull’immaginario collettivo e in particolare era sufficiente per conquistare le prime posizioni in classifica. Per cui un Enron con molta probabilita’ sarebbe comparsa, comunque, tra le prime dieci in classifica! Si pensi in partivolare al caso IBM, che per ben quattro volte consecutive si e’ piazzato in cima alla classifica. Nonostante verso la meta’ degli anni ’80 abbia dovuto far fronte alla concorrenza di nuove importanti societa’ nell’industria dei PC, riscontrando dei problemi nella domanda dei prodotti di punta, il colosso informatico e’ rimasto indisturbato sul podio. E ha mantenuto lo scettro fino al 1988, benche’ dal 1985 avesse iniziato a registrare un calo nei profitti.

Tra la fine degli anni ’80 e i primi anni ’90 i criteri di scelta si sono ancora modificati e l’attenzione si e’ focalizzata sugli azionisti delle societa’, diventati emblema del gruppo di cui avevano le partecipazioni. Verso la fine degli anni ’90 sono stati, invece, i CEO a guadagnarsi il ruolo di protagonisti e star del mondo finanziario ed elemento chiave per la reputazione di un gruppo. Cio’ che faceva la differenza era dunque il carisma, la personalita’ dell’amministratore delegato.

Cosi’ si anche si spiega, tra le altre cose, il successo di General Electric negli ultimi 5 anni e la sua posizione in cima alla top ten. Il colosso industriale e’ stato sempre identificato con il suo CEO, Jack Welch, molto amato dagli americani.

Anche quest’anno GE e’ in pole position, ma non solo per la popolarita’ del suo amministratore delegato, tra l’altro cambiato.

Altra qualita’ fondamentale che ha inciso nella classifica 2002 e’ la capacita’ di trasformazione, che colossi come General Electric, Microsoft e Johnson & Johnson senza dubbio possiedono.

Si tratta di aziende che sono cambiate nel tempo, seguendo o anticipando le nuove esigenze del mercato. E’ anche per questo, ad esempio, che nella classifica troviamo societa’ come Wal-Mart e FedEx, anziche’ Target e UPS, rispettivamente rivali nello stesso settore. Queste ultime, secondo gli intervistati non hanno dimostrato la stessa elasticita’ e la stessa capacita’ di rinnovarsi nel tempo, che sembrano essere invece il cavallo di battaglia di gruppi come Wal-Mart e Fedex.

Ma i cambiamenti di giudizio rispetto al passato non finiscono qui.

In una societa’ post-bolla speculativa e soprattutto post-Enron – una sorta di uragano che ha pesato sulla credibilita’ delle societa’ e che sta rivoluzionando il modo di giudicare un gruppo – sono ben altre le caratteristiche, oltre a quella della capacita di trasformazione, che fanno di un’azienda la migliore o la piu’ ammirata.

Se fino a ieri la credibilita’ di un gruppo si dava per scontata, e si era, parafrasando il celebre detto sull’innocenza, “credibili fino a prova contraria’, da oggi un gruppo deve giocare a carte scoperte per non rischiare il sospetto di truffa ed essere fatalmente bollato come truffatore.

Essere credibili diventa dunque oggi una qualita’ fondamentare per essere anche almeno presi in considerazione.

Pensiamo a come di recente gli investitori hanno punito in borsa quelle societa’ in cui c’era anche solo il minimo sospetto di pratiche contabili illegali.

E non a caso, General Electric, che e’ arrivata al primo posto, pochi giorni fa ha dichiarato che nei prossimi bilanci intende fornire piu’ dettagli.

Questo nuovo criterio di valutazione e’ stato quindi gia’ parzialmente impiegato nella classifica 2002, anche se gli intervistati hanno dato i loro giudizi a caldo, a scandalo Enron appena scoppiato. Ma dalla prossima classifica e nel prossimo futuro sara’ senz’altro fondamentale e sempre piu’ importante, per la stessa sopravvivenza di una societa’.

L’era della ‘trasparenza’ e della ‘credibilita guadagnata’ e’ appena iniziata (o almeno si spera).