
NEW YORK (WSI) – La crescita esplosiva dei prestiti stipulati negli Stati Uniti in cui il creditore contraente non è protetto offre un esempio lampante del genere di bolla in atto nei mercati del credito.
Sono passati ormai più di 6 anni dallo scoppio della crisi dei mutui subprime, ma le cattive abitudini in America, come la sete per rendimenti alti, non sono sparite.
Il numero di questi prestiti molto rischiosi – in inglesi detti ‘cov-lite’ – contenuti in pacchetti poi rivenduti agli investitori ha toccato livelli record.
Il pericolo insito nei prestiti ‘cov-lite’ è che così come sono strutturati non lanciano i primi segnali di allarme ai creditori, segnali che riceverebbero invece nel caso di stipulazione di contratti tradizionali.
Ovviamente se i creditori sono meno protetti, il rischio è più alto, così come lo è il rendimento. Come riporta il Financial Times, negli Stati Uniti sono ormai pari al 55% del totale i prestiti in questa forma.
All’apice del boom di acquisti che ha fatto da apripista alla crisi finanziaria del 2007-2008 lo stesso tasso aveva raggiunto il 29%.