Bipop Carire induce il mercato a riflettere su quale sia, tra la banca bresciana e Banca di Roma, l’istituto che sarà privilegiato o penalizzato dall’integrazione.
La sensazione comune che si sta formando è che Bipop Carire sia destinata ad avere la peggio.
A questo punto ha un forte significato l’equilibrio delle forze all’interno della banca bresciana e delle sue due anime: quella bresciana, appunto (Mino Martinazzoli), e quella emiliana (Fondazione Manodori, primo azionista di Bipop Carire con il 12%della società).
Secondo il mercato, il fatto che le trattative siano rallentate significa che anche al suo interno Bipop Carire deve fare chiarezza. E che i giochi non sono affatto conclusi.
A Piazza Affari, dopo la fiammata dei giorni scorsi, il titolo si sgancia dall’andamento fortemente rialzista del risparmio gestito e imbocca una strada solitaria al ribasso.
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