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BERLUSCONI: ‘VADANO A CASA’

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“Prodi ha il dovere di dimettersi”, dice Silvio Berlusconi ma Pierferdinando Casini frena: “Mettiamoci intorno ad un tavolo è necessaria una tregua”. Anche nel momento delle dimissioni di Romano Prodi il centrodestra si presenta diviso all’appuntamento. “Ormai ci sono due opposizioni” chiosa Casini. Due opposizioni che appaiono tali anche nelle reazioni alle dimissioni di Romano Prodi. Il Cavaliere si è riunito con Gianfranco Fini e Roberto Maroni a Palazzo Grazioli mentre l’Udc ha riunito il proprio ufficio politico.

Il Cavaliere, raccontano i suoi uomini, non si aspettava una caduta del governo. “Assolutamente no – dice il portavoce Paolo Bonaiuti – Larghe intese adesso? Fu un gesto di coraggio che fece dopo le elezioni, adesso è tardi”.

E così l’ex premier affida ad una nota le sue valutazioni: “Non era mai accaduto prima nella storia della nostra Repubblica, la politica estera e di difesa è il cuore della politica, la principale ragion d’essere di una maggioranza e di un governo. Prodi e D’Alema hanno chiesto al Parlamento il consenso sulla loro politica estera, sulle loro idee e sulle loro decisioni in politica estera. Questo consenso non lo hanno ottenuto”. ”La politica estera – dice Berlusconi – riguarda il ruolo e l’immagine dell’Italia nel mondo e la vita dei nostri soldati impegnati nelle missioni internazionali di pace. Il Paese e’ stato esposto da una maggioranza che non c’e’ e da un governo incapace, che ha rifiutato perfino il dialogo parlamentare, a una grave umiliazione internazionale”.

Nel frattempo una delegazione di parlamentari di via della Scrofa si ferma a pochi metri dall’ingresso principale di Palazzo Chigi per chiedere le dimissioni di Prodi.Tra questi c’è Teodoro Bontempo che sventola un piccolo cartello con la scritta “Coraggio! Ormai Prodi è di passaggio”. Un gruppo di militanti del partito, sempre controllato a vista dalle forze dell’ordine, arriva vicino alle transenne che circondano piazza Colonna, all’angolo di largo Chigi. In molti sventolano bandiere di An e di Azione giovani. Espongono un maxistriscione: ‘Prodi go home’. A guidare la protesta ci sono Gianni Alemanno e Giorgia Meloni.

Piazza e parole dure, dunque, anche se la strada che Berlusconi e Fini pensano di intraprendere non è ancora chiara. Solo la Lega con Maroni lancia una parola d’ordine: “Elezioni subito, in primavera con questa legge elettorale”.

Una posizione decisamente diversa da quella dei centristi pronti a discutere. Marco Follini spiega che “è necessaria una fase due del centrosinistra”, mentre l’ex amico Casini apre al dialogo: “E’ necessario una tregua, un armistizio, non servono sicuramente atti di trasformismo. Sediamoci attorno ad un tavolo, mettiamo al centro alcuni punti”. “Prodi – ha spiegato il leader dell’Udc in un’intervista al tg1 – prenda atto che non è autosufficiente”, non può più “far finta di non vedere”.

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