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Berlusconi-Murdoch, il duello continua

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Mediaset ha annunciato l’intenzione di ricorrere alla Corte di Giustizia Europea contro il via libera ‘condizionato’ di Bruxelles all’ingresso anticipato di Sky sul digitale terrestre.

“Mediaset – si legge in una nota – è assolutamente sconcertata della decisione presa oggi dalla Commissione Europea. Riteniamo che le condizioni fissate dalla Commissione nel 2003 che impedivano a Sky di entrare nella tv digitale terrestre sino al 2012 in virtù della sua posizione dominante sul mercato pay, siano ancora valide come del resto il market test svolto tra tutti gli operatori italiani ha sostenuto”.

“Con questa decisione – prosegue Mediaset – si autorizza il monopolista della televisione satellitare e pay, non dimentichiamo che Sky detiene il 99,8% della pay tv satellitare e l’86% della tv a pagamento, a operare nel mercato free e lo si autorizza a entrare in possesso degli asset frequenziali già insufficienti per gli operatori attuali. Per questo – conclude il comunicato – Mediaset ricorrerà contro tale decisione alla Corte di Giustizia Europea”.

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BRUXELLES 20 luglio (Reuters) – La Commissione europea ha dato il via libera all’ingresso di Sky nel digitale terrestre in Italia, condizionandolo al fatto che il gruppo controllato dalla News corp di Rupert Murdoch trasmetta in chiaro.

La decisione viene contestata dal viceministro allo Sviluppo economico, Paolo Romani, che la definisce “ingiustificata e grave” e da Mediaset (MS.MI: Quotazione), che annuncia in una nota di voler ricorrere alla Corte di giustizia europea.

“La Commissione ha deciso che in seguito ai cambiamenti sopravvenuti nel mercato italiano, Sky dovrebbe essere in grado di partecipare all’asta per le frequenze per la televisione digitale terrestre, a condizione che usi questa frequenza per trasmissioni in chiaro”, ha detto il portavoce della commissione Jonathan Todd. “Questo garantirebbe il mantenimento di un mercato competitivo in Italia e permetterebbe un aumento della concorrenza sul mercato della Tv digitale italiana”.

Come contropartita all’ingresso nel digitale terrestre “in chiaro”, la Commissione ha esteso da fine 2011 a fine 2015 il divieto a operare su digitale terrestre con trasmissioni a pagamento.

Romani, che ha la delega sulle Comunicazioni, in una nota diffusa nel pomeriggio ha definito la scelta della Ue “ingiustificata e grave, presa astrattamente, senza tenere nella benché minima considerazione i suoi effetti dirompenti sul mercato italiano, anche in termini di pluralismo, e l’opinione fortemente contraria di tutti gli operatori italiani pubblici e privati, nazionali e locali”.

Mediaset ritiene che la decisione sia iniqua perché autorizza Sky, che “detiene il 99,8% della pay tv satellitare e l’86% della tv a pagamento, a operare nel mercato free e la autorizza a entrare in possesso degli asset frequenziali già insufficienti per gli operatori attuali”.

“Riteniamo che le condizioni fissate dalla commissione nel 2003 che impedivano a Sky di entrare nella tv digitale terrestre sino al 2012 in virtù della sua posizione dominante sul mercato pay, siano ancora valide”, aggiunge Mediaset.