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Berlusconi, 23 marzo potrebbe dire addio al Parlamento

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Roma (WSI) – Con la ripresa del processo sul caso Ruby e l’audizione dell’ultimo testimone, si apre una settimana densa di appuntamenti giudiziari per Silvio Berlusconi. Questo mese per l’ex premier potrebbe essere cruciale. Con un processo, quello con al centro l’ormai nota intercettazione Fassino-Consorte che, salvo imprevisti, va a sentenza a cui si aggiungono un’udienza in appello sulla vicenda Mediaset nella quale parleranno i suoi difensori e forse la requisitoria della Procura al dibattimento con al centro la bella Rubacuori e i presunti festini a luci rosse ad Arcore (la procura ha parlato di “sistema prostitutivo”). Per questi ultimi due procedimenti il verdetto dovrebbe essere pronunciato entro la fine di marzo.

Questa mattina mattina dopo la pausa elettorale voluta dal Cavaliere e dai suoi legali, si ritornerà in aula per la deposizione del pm minorile Annamaria Fiorillo, di turno la notte tra il 27 e il 28 maggio di due anni fa. Quella sera Ruby, ancora minorenne, venne trattenuta in Questura per via di un furto e in seguito a una telefonata dell’allora Presidente del Consiglio che la indicava come nipote di Mubarak venne liberata e affidata all’ex consigliere regionale Nicole Minetti. E questo avvenne nonostante il parere contrario del pm Fiorillo.

Sempre oggi, sentito il teste, e se ovviamente c’è tempo, gli avvocati Niccolò Ghedini e Piero Longo, dovrebbero chiedere prove aggiuntive sulle quali il Tribunale si esprimerà l’8 marzo. E se dovesse respingere le istanze degli avvocati dell’ex premier, a meno che la difesa non avanzi qualche nuova questione, la parola passerà alla Procura. Altrimenti la requisitoria slitterà cosi come la sentenza che, stando al calendario concordato tra le parti e già modificato piu volte su richiesta di Ghedini e Longo, è prevista per il 18 marzo.

Giovedì invece, salvo imprevisti, è atteso il verdetto per la vicenda che riguarda l’intercettazione, avvenuta in piena scalata a Bnl da parte di Unipol, tra Fasssino e Consorte e che venne pubblicata da Il Giornaledella famiglia Berlusconi quando era ancora coperta da segreto istruttorio. Qui per l’ex premier era stato chiesto un anno di carcere, mentre per il fratello Paolo tre anni e tre mesi di reclusione, dovendo lui rispondere non solo di concorso in rivelazione del segreto d’ufficio, ma anche di ricettazione.

Infine, sabato 9 marzo proseguirà davanti alla Corte d’Appello il processo Mediaset, nel quale Il Cavaliere, uno degli otto imputati, si è visto chiedere la conferma della condanna inflitta in primo grado: quattro anni di carcere per frode fiscale. Quel giorno è prevista l’arringa dei suoi difensori che si concluderà con la richiesta di assoluzione. Bisognerà aspettare due settimane. La sentenza dovrebbe essere pronunciata il 23 marzo. Se la condanna a Berlusconi sarà confermata, l’ex premier sarà definitivamente escluso dai pubblici uffici e quindi da ogni incarico in Parlamento.