Come avevano previsto i più, il Consiglio direttivo della Bce, Banca centrale europea, ha deciso di lasciare invariati i tassi di interesse di Eurolandia. I banchieri hanno perciò confermato al 3,25% il pronti contro termine, e il corridoio dei tassi compreso fra il 2,25 e il 4,25%.
L’euro ha reagito in modo non univoco: prima è sceso sotto 0,97 dollari; poi è risalito a 0,9715. Stesso comportamento altalenante nei confronti dello yen, mentre c’è stato un apprezzamento sulla sterlina. Un euro vale 1936,27 lire.
Gli analisti guardano adesso alla prossima riunione dei custodi della moneta unica. Nell’aria infatti resta sempre la stretta monetaria, soprattutto di fronte alle spinte inflazionistiche innescate dal caro-petrolio. Giusto oggi a Londra sembra che i Paesi produttori non abbiano raggiunto una posizione univoca sull’aumento della produzione, cosa che darebbe un po’ di respiro ai Paesi consumatori.
Per quanto riguarda l’euro, il ministro delle Finanze tedesco Hans Eichel sostiene che attualmente è sottovalutato: in un’intervista al Financial Times Deutschland il ministro ha affermato che la moneta unica abbia “un notevole potenziale di ripresa”, anche se per il momento non si ritengono necessari interventi statali (dei singoli undici Stati) a suo sostegno.