Società

BATTERE S&P 500
COL METODO GRAHAM

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(WSI) – Sono passati 30 anni dalla scomparsa di Ben Graham, padre del «value investing». Ma ancora oggi, centinaia di discepoli, tengono vivo il suo stile di caccia agli affari. Anche se, va detto, la maggior parte dei seguaci (compreso il sottoscritto), applica gli insegnamenti in modo meno rigido del maestro. Per Graham la definizione di ciò che è un titolo «a buon mercato» era stringente e i vincoli di bilancio molto precisi. In ogni caso, ogni anno di questi tempi, cerco di far rivivere il fantasma di Graham, andando alla ricerca di titoli che lui stesso avrebbe ritenuto interessanti.

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Per il 2006 ritengo adatte allo scopo Avnet Inc. e Usec Inc. Immagino poi che Graham avrebbe dato un giudizio buy su Forniture Brands International Inc., LandAmerica Financial Group Inc. e National Western Life Insurance Co. Nei miei precedenti cinque tentativi i «portafogli Graham» hanno realizzato un rendimento medio annuo del 28% contro il 5,2% dello S&P500, riuscendo sempre a battere il listino. Mentre quattro volte su cinque hanno chiuso in positivo. L’ultimo paniere, inclusi i dividendi, ha segnato un rendimento del 14% (11 agosto 2005 – 11 agosto 2006), a fronte del 4,3% dello S&P500.

Arch Capital Group Ltd. (ACGL), compagnia di riassicurazione con sede nelle Bermuda, ha fatto da battistrada con un guadagno del 30 per cento. Le altre quattro (tutte compagnie assicurative) hanno realizzato rendimenti inferiori. Poiché le value selections necessitano spesso di tempo prima di mostrare risultati significativi, ho pensato di calcolare i rendimenti a tre anni dei portafogli Graham per il 2001, 2002 e 2003. Il valore medio si è attestato appena sotto il 100%, contro il 25% dello S&P500. Graham è stato a lungo gestore di hedge fund, autore di libri e professore alla Columbia University, dove ha influenzato molti studenti tra cui Warren Buffett, considerato da molti il più grande investitore vivente.

Nel fare le mie scelte in nome di Graham, tengo conto di un semplificato set di criteri, cercando azioni che scambino a meno di 12 volte gli utili e meno di una volta il patrimonio netto. I titoli selezionati devono inoltre avere un debito inferiore al 50% del valore del capitale azionario. Se più di cinque azioni soddisfano in contemporanea questi requisiti, passo a stilare una lista. Quest’anno ripropongo due titoli già presenti nell’elenco passato: LandAmerica Financial (LFG) e National Western Life (NWLIA). Ho poi aggiunto tre titoli non assicurativi.

Avnet (AVT), con sede a Phoenix, Arizona, è il più grande distributore mondiale di componentistica elettronica. Il titolo rispetta ampiamente i vincoli trattando a 9 volte gli utili e a 0,88 il patrimonio netto. Il debito ammonta al 44% della capitalizzazione. Spesso gli investitori non trovano interessanti i distributori. Li considerano eccitanti quanto cambiare la carta della fotocopiatrice dell’ufficio. Ma in taluni casi sbagliano. Avnet ha incrementato il suo fatturato a 14 miliardi di dollari nell’anno fiscale 2006 (terminato il 30 giugno scorso) dai 5 miliardi di 10 anni fa, chiudendo in utile 18 dei precedenti 20 esercizi. Gli utili sono sempre cresciuti negli ultimi quattro anni e gli analisti si attendono per il 2006 un balzo dei profitti del 17 per cento.
Usec (USU), con sede a Bethesda, nel Maryland, produce uranio arricchito utilizzato come fonte d’energia nelle centrali nucleari.

Originariamente chiamata United States Enrichment Corp., Usec è nata dallo spin off dell’Us Atomic Energy Commission nel 1992, poi completamente privatizzata nel 1998. La società presenta margini risicati di profitto e anche molti problemi. Per la fornitura dell’uranio Usec dipende da un contratto ventennale stipulato con la Russia. L’uranio consegnato proviene dal programma di disarmo nucleare. C’è però il rischio che la Russia possa recedere dagli accordi o scelga di non rinnovarli al termine del 2013. Secondo un rapporto del 2004 della tedesca Rwe Solutions, quattro sole società, France’s Areva, Europe’s Ureico Ltd., Russia’s Tenex e la stessa Usec, rappresentano il 98% dell’offerta di uranio arricchito.

Credo che i competitor europei abbiano costi di produzione più bassi e macchinari più moderni di Usec. È probabile che per modernizzare gli impianti Usec debba emettere nuovo capitale azionario o di debito. Inoltre, nei cinque anni appena trascorsi, i ricavi sono aumentati solo a un ritmo dell’1% annuo. Tuttavia non ci sono solo notizie negative per Usec. La società gode ancora di qualche vantaggio e le sue azioni sono a buon mercato dal momento che scambiano a 8 volte gli utili e 0,84 volte il patrimonio netto. Inoltre credo che gli Stati Uniti in futuro utilizzeranno sempre più l’energia nucleare, essendo ormai troppo costosi i combustibili fossili.

Forniture Brands International (FBN), con sede a St. Luois nel Missouri, è il più grande produttore Usa di componenti di arredo. Dei nove analisti che la seguono, solo due hanno un giudizio buy, ma consiglio di acquistarla. Le quotazioni sono scese da più di 40 dollari nel 2002 agli attuali 19. Al prezzo attuale scambia 11 volte gli utili e una volta il patrimonio netto. Adesso tocca a due titoli assicurativi. LandAmerica Financial, compagnia con sede a Richmond in Virginia, è sempre stata presente i tutti i portafogli Graham dall’agosto 2001. Negli ultimi cinque anni ha quasi raddoppiato il suo valore, senza mai diventare un’azione popolare. Credo che una cosa simile possa verificarsi nel prossimi cinque anni. Infine, National Western Life, con sede a Austin in Texas, ha realizzato un incremento del 47% da quando è in portafoglio (agosto 2004). Tratta a 12 volte gli utili e 0,93 volte il patrimonio netto.

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