Economia

Bankitalia: diversificare gli investimenti contro l’incertezza economica

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“Cala la propensione al risparmio delle famiglie italiane, un trend in atto dal secondo trimestre dello scorso anno, dopo l’eccezionale rialzo nella fase più acuta della pandemia, quando era salita con forti oscillazioni da meno del 10 per cento di fine 2019 al 18 per cento dei primi mesi del 2021. Nel secondo trimestre di quest’anno, per il complesso delle famiglie (che include quelle “produttrici”), la propensione al risparmio si è attestata all’11%, due punti in meno rispetto all’ultimo trimestre del 2021″.

Così il governatore della Bankitalia, Ignazio Visco, nel suo intervento alla Giornata mondiale del Risparmio. Il numero uno di Banca d’Italia ha poi aggiunto:

“In termini assoluti il risparmio delle famiglie si è avvicinato a 35 miliardi di euro nei tre mesi terminanti a giugno; pur tenendo conto dell’aumento dei prezzi registrato dal deflatore dei consumi, il livello era ancora del 13 per cento più alto di quello precedente lo scoppio della pandemia (dopo essere pressoché raddoppiato nei mesi immediatamente successivi). Nei primi sei mesi di quest’anno la riduzione in termini reali ha di poco superato il 16 per cento, risentendo dell’aumento dei prezzi per oltre 3 punti percentuali”.

Famiglie alla prova risparmio: la fotografia di Bankitalia

Secondo il governatore di Bankitalia, la capacità di risparmiare è molto diversa tra le famiglie: per molti nuclei a basso reddito il risparmio potrebbe essere stato nullo o negativo; la formazione di risparmio si è verosimilmente concentrata presso le famiglie con redditi medio-alti, per le quali la quota di spesa per beni di prima necessità, che hanno registrato rincari particolarmente elevati, è relativamente minore.

“In giugno, per effetto del forte calo dei prezzi delle attività, il valore della ricchezza finanziaria delle famiglie era sceso di quasi 350 miliardi di euro rispetto alla fine del 2021, a circa 4.900 miliardi. La ricchezza reale, costituita prevalentemente da abitazioni, era invece pari a 6.250 miliardi, con un aumento di 50 e il recupero dei livelli precedenti il ribasso avviatosi nel 2018 e già interrottosi lo scorso anno. Questo miglioramento ha riflesso sia il graduale incremento delle quotazioni di mercato delle abitazioni sia i nuovi investimenti immobiliari. Tenendo conto della lieve crescita delle passività finanziarie (circa 10 miliardi), la ricchezza netta delle famiglie è diminuita a circa 10.150 miliardi, un valore pari a 8,2 volte il reddito disponibile (era 8,4 a fine 2019)”

L’accentuata volatilità nei mercati ha influito sulla composizione delle attività finanziarie delle famiglie, continua Visco.

“È proseguito l’aumento, seppure a ritmi più contenuti, dei depositi e del circolante, che a fine giugno avevano raggiunto un livello pari a un terzo del totale delle attività, il valore più elevato da oltre venti anni. Dopo un prolungato periodo di flessione, nella prima metà di quest’anno la quota investita direttamente in titoli obbligazionari a medio e lungo termine è leggermente salita, sospinta dal crescente costo-opportunità relativo alla detenzione di attività più liquide; ciò ha in parte compensato la riduzione della quota di attività detenute sotto forma di titoli azionari e in partecipazioni (in Italia riconducibili soprattutto alla proprietà familiare delle piccole e medie imprese), connessa con la flessione dei corsi sui mercati finanziari”.

Come investono le famiglie

Visco poi sottolinea come obbligazioni, azioni e partecipazioni rappresentano nel complesso poco meno del 30% del totale delle attività finanziarie. Gli investimenti in strumenti del risparmio gestito, pur riducendosi, sono rimasti positivi nel primo semestre dell’anno; la loro quota ammonta a oltre un terzo del totale delle attività finanziarie.

L’espansione, in atto dagli inizi dello scorso decennio, è stata sospinta dalla sottoscrizione di quote di fondi comuni e di polizze assicurative; rimangono invece ancora limitati gli investimenti nei fondi pensione.  Lo sviluppo del comparto, continua Visco,  potrebbe essere favorito da un più diffuso ricorso degli investitori istituzionali ai fondi alternativi mobiliari specializzati nella valutazione e nella selezione di progetti complessi come, ad esempio, le ristrutturazioni aziendali. Il ruolo svolto da questi fondi, che operano su un orizzonte temporale di medio termine, può essere particolarmente importante per il finanziamento delle imprese di minore dimensione, in particolare quando volto all’ampliamento della scala operativa e agli investimenti in innovazione.

“A fronte dell’elevata incertezza sulle prospettive economiche, è ancora più opportuno perseguire un’adeguata diversificazione degli investimenti, prestando la necessaria attenzione al contenimento dei rischi, così da proteggere il risparmio dall’aumento dell’inflazione e cogliere le opportunità che possono emergere nei comparti che beneficiano di rendimenti più alti. Restano fondamentali, al riguardo, i progetti volti ad aiutare i risparmiatori a prendere decisioni consapevoli e, più in generale, a innalzare il loro livello di cultura finanziaria; questo è tanto più urgente per quella fascia della popolazione economicamente vulnerabile che subisce più di altre le ripercussioni dell’inflazione sul potere d’acquisto dei redditi”.