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Banche Usa “Too big to fail”? Il mercato la vede diversamente

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New York – Istituti statunitensi sotto pressione di recente per la loro esposizione verso le banche dell’eurozona, le francesi in primo piano, e dunque per i rischi che corrono dall’aggravarsi della situazione dei vari paesi dell’eurozona.

Ma è ormai comune la visione e si parla continuamente di banche Usa come “Too big to fail”, ovvero “troppo grandi per fallire”. Ma sarà proprio così? Il mercato dei CDS sembra pensarla in maniera completamente diversa, secondo quanto mette in luce l’articolo di David Reilly sul Wall Street Journal.

Il costo per assicurarsi contro la possibilità di default di Morgan Stanley, recentemente sotto attacco proprio per l’esposizione verso le banche francesi, nella giornata di ieri era infatti a $446.000 per $10 milioni di debito, secondo i dati di Markit, meno dei $335.000 per Societe Generale.

In media il costo dei CDS per Morgan Stanley è $154.000 maggiore rispetto ai tre più grandi istituti della Francia (Bnp Paribas, Credit Agricole e Societe Generale).

E non è l’unica banca Usa in questa situazione. Anche Goldman Sachs ha valori più elevati. Il dato potrebbe riflettere il fatto che questi sono broker piuttosto che banche commerciali diversificate. Ma anche i CDS di Bank of America sono più elevati, mentre quelli di Citigroup alla pari di Bnp Paribas.

Perché questo?

Una prima interpretazione potrebbe essere data guardando al caso Dexia e al fatto che il governo francese è andato a supporto. Molti investitori credono che è praticamente improbabile che la Francia faccia fallire le sue banche. Questo potrebbe essere un primo segnale che ci danno i CDS, oltre al fatto che negli Stati Uniti ormai c’è un ambiente più ostile attorno a questa possibilità, come il movimento di Occupy Wall Street e il Tea Party. In aggiunta la legge Dodd-Frank, che rende più difficile iniettare capitale a supporto delle società in difficoltà.