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ATTACCO AI BOND DELLA REPUBBLICA ITALIANA

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(WSI) – Oggi in Italia è attesa la pubblicazione del dato finale sul Pil del primo trimestre in cui saranno resi noti le sottocomponenti. In particolare l’attesa è di un peggioramento delle esportazioni nette e dei consumi.

Tassi di interesse: in area Euro è proseguito il rialzo dei tassi che ha interessato tutte le scadenze della curva, con il differenziale 2-10 anni ancora negativo a -20 pb. La giornata di ieri è stata caratterizzata dall’attesa del discorso di Trichet e da timori di nuove svalutazioni. Si allargano anche gli spread sul decennale Italia-Germania e Grecia-Germania a 60 pb e 64 pb rispettivamente, a conferma di come gli investitori, in un clima di tensioni, preferiscano i titoli dei paesi core a discapito di quelli periferici.

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Trichet a chiusura mercati ieri ha confermato quanto già dichiarato dopo la riunione delle autorità monetarie, ovvero non è escluso un rialzo dei tassi di interesse nella riunione di luglio. Il capo della Bce ha ribadito la necessità di ancorare le aspettative di inflazione e che la stabilità dei prezzi è indispensabile per la crescita e per l’occupazione. Sul decennale la resistenza si colloca a 4,50-4,55%.

Negli Usa forte rialzo dei tassi di mercato soprattutto sulla parte a breve termine con marcato appiattimento della pendenza della curva sul segmento 2-10 anni. Ad innestare tale movimento sono state le parole di Bernanke molto dure sul tema inflazione. Il capo della Fed ha infatti dichiarato che è intenzione della Fed frenare in modo deciso ogni rialzo delle aspettative di inflazione.

Lo stesso Bernanke ha precisato che al momento non vi sono segnali di trasmissione del rialzo del prezzo delle materie prime sul costo del lavoro, ma la situazione va monitorata con estrema attenzione. Gli operatori hanno reagito cominciando ad incorporare l’ipotesi di un secondo rialzo dei tassi di 25pb entro fine anno.

Il richiamo di Bernanke ha fatto seguito ad analoghe dichiarazioni che erano arrivate in giornata da parte di altri esponenti della Fed, in particolare Fisher e Geithner. Nel frattempo aumentano i timori di una nuova profonda ondata di svalutazioni da parte delle principali banche mondiali.

Dopo l’annuncio di Lehman di una perdita trimestrale vicina ai 3Mld$ insieme al contestuale aumento di capitale di 6Mld$, oggi il Wsj evidenzia come ulteriori marcate svalutazioni potrebbero emergere da parte di Ubs che al momento ha in portafoglio circa 15Mld$ di titoli collegati ai subprime e 17Mld$ invece collegati ai mutui c.d. Alt-A. Il trimestre si chiederà il 30 giugno ed i dati ufficiali sono attesi il 12 agosto.

Il timore di ulteriori forti svalutazioni ha fortemente penalizzato ieri il comparto finanziario in borsa, che al momento si colloca in prossimità dei minimi dal 2003. Nel frattempo la Fed di New York ha tenuto un altro incontro con i principali operatori di mercato per definire alcuni aspetti inerenti il mercato dei derivati Otc: in particolare è stata discussa la possibilità di creazione di una clearing house unica sul mercato dei CDS. Sul comparto decennale la resistenza oggi passa in prossimità di 4,06%.

Valute: Dollaro in apprezzamento verso Euro dopo le dichiarazioni di Bernanke sul tema inflazione. Le parole del capo della Fed hanno in parte bilanciato le intenzioni confermate ieri da Trichet di un possibile rialzo dei tassi a luglio. La mancata conferma della rottura del livello di resistenza in area 1,5820, pone tecnicamente la possibilità di un ritorno in area 1,5470. Primo supporto a 1,5550.

Yen ancora in deprezzamento verso Dollaro ed Euro. L’area di resistenza rilevante si colloca tra 166,50 e 167,50. Nel frattempo in Cina si è registrato un forte calo dei listini azionari dopo la decisione della banca centrale di aumentare il tasso di riserva obbligatoria, che sarà portato al 17% dal 15 giugno ed al 17,5% dal 25 giugno.

Materie Prime: flessione del prezzo del petrolio a causa del rafforzamento del biglietto verde che lo porta a 134$/bar da 139, dopo il rally che aveva caratterizzato la scorsa settimana. Chiusura contrastata per le materie prime agricole. Andamento particolarmente negativo per il caffè e per il grano che perdono rispettivamente il 3,53% ed il 2,77%. In particolare, complici del ribasso del grano sono le stime dell’USDA che prevedono uno dei migliori raccolti degli ultimi dieci anni.

Positiva, invece, la performance del mais il cui prezzo è salito in seguito alle inondazioni che ne hanno danneggiato i campi nel Midwest. Poco volatili i metalli industriali, guidati dal ribasso del rame. In lieve rialzo il piombo, il nichel e lo zinco. Metalli preziosi in discesa influenzati dall’apprezzamento del dollaro.

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