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ASIA: PUNTARE SU INDIA E CINA

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Ecco i consigli per gli acquisti sul mercato asiatico di William Kennedy, capo di Fidelity Pacific Basin e Fidelity Advisor Japan, Han Ong, strategist di Salomon Smith Barney, e Simon Rudolph, gestore di Templeton Investments Asia.

Barron’s: Quali sono i Paesi su cui puntare nella regione asiatica?

Rudolph: Sicuramente l’India: e’ sempre stato un mercato rischioso e ora ci sono anche tensioni politiche – vedi le elezioni e la guerra con il Pakistan -, ma ci sono delle buone societa’, e se l’economia si riprendera’ nei prossimi 18 mesi quello indiano sara’ sicuramente un mercato su cui puntare.

Ci sono parecchi settori solidi, tra cui ad esempio quello del cemento, che si sta consolidando, il che significa piu’ potere dei prezzi e maggiore discliplina.

Tra gli altri settori, consiglio la tecnologia dell’informazione, in cui si distingue la Satyam Computer.

Nel breve sono pessimista su Hong Kong.

Barron’s: Che cosa puo’ dirci della Corea del Sud, che secondo alcuni e’ troppo controllata dagli stranieri?

Rudolph: Occorre essere selettivi. Sono ottimista per quanto riguarda il consumo, ma mi chiedo se si stia creando una bolla.

Una cosa che mi preoccupa a proposito della Corea del Sud e’ il modo in cui gli analisti hanno cambiato i target di prezzo. Quando il titolo raggiunge il target si ha una giustificazione per alzare sostanzialmente il target.

Ma ai massimi del ciclo precedente, i target di prezzo e le aspettative sugli utili erano quasi identici a quelli attuali. Il rischio e’ quello dell’esagerazione.

Ong: Il mondo ha dato per scontata la ripresa dell’economia americana: cio’ significa che i mercati che potrebbero giovarsene sarebbero piu’ a rischio se la crescita fosse piu’ anemica del previsto.

Per quanto riguarda la Corea ho gli stessi timori di Simon. Il Paese ha registrato un aumento strutturale, non solo ciclico. Lo Shingegi e’ raddoppiato, poi raddoppiato e poi raddoppiato ancora, cosa che certamente prelude a una bolla.

Non sembra pero’ troppo caro, quindi qual e’ lo “sconto Corea”? Deve essere pari a quello del passato? Se il Paese e’ in una fase di ristrutturazione e la volatilita’ scende, allora anche il premio sul rischio dovrebbe scendere.

Bisogna essere pronti a acquistare e mettere nel cassetto, cosa che e’ sempre difficile da fare in Asia. Come alternativa guarderei alla Malesia o alla Tailandia.

Quando in Tailandia e’ stata abolita la legge sull’attivita’ straniera, sono arrivati i colossi Tesco e Carrefour. I centri commerciali sono ora il 30-35% del commercio al dettaglio nel Paese.

In Malesia vanno forte i titoli legati alle scommesse e al turismo, un settore importantissimo anche in Cina.

Barron’s: Parliamo delle prospettive per la tecnologia: gli investitori globali posseggono titoli quali Samsung Electronics e Taiwan Semiconductor Manufacturing.

Kennedy: C’e’ un prezzo per tutto. Queste societa’ sono molto competitive a livello globale: hanno registrato lunghi periodi positivi e sono ancora forti. Tuttora TSMC e United Microelectronics sono piu’ attraenti di altre societa’ straniere e danno risultati migliori. Ma non si puo’ dire lo stesso per tutti i titoli hi-tech.

A Singapore ci sono societa’ molto forti, ma il Paese e’ indietro sugli investimenti hi-tech, quindi se si vuole scommettere sulla ripresa del settore e’ meglio giocare su mercati piu’ importanti.

Ong: Gli hi-tech sono cresciuti perche’ avevano il beta piu’ alto. Le prospettive per il comparto sono molto buone sia a livello ciclico che strutturale.

Ma che cosa puo’ essere definito “hi-tech” in Asia? Essenzialmente i semiconduttori. Il vantaggio intrinseco dell’Asia sta nell’abilita’ di produrre. Ma il basso costo del capitale e’ sempre meno una realta’ e i vantaggi non giustificano i multipli attuali.

Kennedy: Stiamo uscendo da una momento negativo per il comparto hi-tech. L’Azienda America e l’Azienda Europa devono comprare nuovi computer. Parecchi pc sono stati acquistati nel 1999: ora hanno tre anni e hanno bisogno di essere aggiornati. Windows XP puo’ guidare i consumi.

La tecnologia asiatica continua a conquistare quote di mercato. C’e’ molto outsourcing, non solo a Taiwan, ma anche in Cina. Chi puo’ sapere pero’ quale sara’ la prossima applicazione vincente?

Barron’s: Come valutate il comparto dei semiconduttori?

Kennedy: Nelle fonderie il denaro facile e’ gia’ stato fatto. Tra un paio d’anni, assumendo che che l’utilizzazione torni a livelli piu’ normali, anche se non al 100%, e osservando il potere degli utili, queste societa’ appaiono ancora discrete.

Nel frattempo il consolidamento DRAM sara’ certamente positivo. Molti titoli hanno realizzato ottimi risultati sulle aspettative di un consolidamento. E se il consolidamento ci sara’ l’industria combiera’ drasticamente.

Ong: Il fatto e’ che non stiamo parlando di una merce come il petrolio, che si puo’ lasciare nel terreno ed estrarre tra cento anni. Per creare la DRAM vi vogliono miliardi e metterla in sospeso costa. Bisogna aumentare il volume, ma poi i prezzi scendono.

Barron’s: Cosa pensate delle societa’ di software indiane? Non hanno raggiunto le aspetttative e non sembrano avere potere di prezzo.

Kennedy: Sfortunatamente sono alla merce’ dei clienti. Pero’ sono tra piu’ solide societa’ asiatiche. Nei prossimi anni avranno clienti di prim’ordine.

In India c’e’ il vantaggio del basso costo della manodopera. Trasferire ingegneri indiani negli Usa e poi rimandarli a casa costa molto. Internet rende tutto molto piu’ facile.

Barron’s: Parliamo di altri settori.

Rudolph: Tra le societa’ piu’ interessanti segnalerei la Kookmin Bank e la DBS Group Holdings. Vedo meno favorevolmente Hong Kong: la domanda di finanziamenti e’ ancora bassa e i margini sono sotto pressione. Qualche incertezza sul comparto delle tlc.

Ong: Quando fra qualche mese la situazione migliorera’ mi muoverei in posizioni neutrali sui ciclici.

Kennedy: Per quanto riguarda il commercio al dettaglio in Australia, nei prossimi 12 mesi dovrebbe registrarsi un aumento delle vendite. Buoni investimenti anche nel comparto assicurativo.

L’India e’ molto interessante per quanto riguarda i comparti farmaceutico e della tecnologia dell’informazione. Tra i titoli con le migliori prospettive di crescita segnalerei la Dr. Reddy Laboratories.

Barron’s: Come valutate le small-cap?

Rudolph: Sono praticamente ignorate dalle banche di investimento e ci si possono realizzare ottimi guadagni.

A Hong Kong suggerirei la Techtronic Industries, produttrice di attrezzature motorizzate. Ha fatto una serie di ottime acquisizioni e dovrebbe registrare una crescita a doppia cifra degli utili. La capitalizzazione di mercato e’ di circa $300 milioni.

Altre due small-cap che consiglierei sono la Yue Yuen Industries e l’indiana Associated Cement Co.

Kennedy: Infine nel settore della grande distribuzione sono interessanti le australiane Coles Myer e Myer Grace Brothers.

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