L’India è, dopo l’Italia, il Paese con il maggior tasso di crediti deteriorati. Si tratta in termini assoluti di una massa da 207 miliardi di dollari, considerando il gruppo delle 10 maggiori economie.
Le autorità del colosso dell’Asia stanno pianificando per il prossimo anni un intervento per ridurre significativamente il problema, un’operazione che potrebbe rivelarsi un’opportunità d’investimento molto redditizia, secondo quanto dichiarato a Bloomberg dal miliardario Uday Kotak, ad della Kotak Mahindra Bank.
Nel corso del prossimo anno, le attività e i debiti di circa 50 dei maggiori debitori morosi dell’India potrebbero essere liquidati da professionisti designati da un tribunale, in un processo nel quale si le banche taglieranno il valore dei loro prestiti. I prestiti delle società ammontano a circa 3mila miliardi di rupie (46 miliardi di dollari), quasi un terzo del totale dei crediti inesigibili riconosciuti nel sistema bancario indiano. Lo scopo è rimuovere l’onere dei Npl dalle banche e incoraggiarle a prestare di nuovo.
“L’intero processo di insolvenza e fallimento è un evento che capita una volta nella vita”, ha dichiarato Kotak a Bloomberg, “attraverso questo si possono effettivamente ottenere asset che darebbero rendimenti sproporzionati per lunghi periodi di tempo“. Il prezzo dei cespiti messi in vendita dovrebbe diventare più chiaro entro la fine del primo trimestre, ha affermato, ma le banche rischierebbero una perdita fino al 60% sui prestiti alle società avviate verso i tribunali fallimentari, ha detto Kotak.
Fra i fondi che hanno adocchiato quest’opportunità d’investimento, ha aggiunto Kotak, ci sarebbero anche i fondi sovrani del Medio Oriente e del Sud-Est asiatico, e diversi fondi pensione globali. Fra quelli che hanno manifestato pubblicamente interesse vengono citati TPG, KKR & Co., Caisse de depot et placement du Quebec e Clearwater Capital Partners.