Società

Argentina sancisce la fine dell’era Kirchner

Questa notizia è stata scritta più di un anno fa old news

BUENOS AIRES (WSI) – Dopo la prima tornata elettorale, l’Argentina non sa ancora chi sarà il suo nuovo leader. L’unica certezza è che l’era Kirchner post peronista è finita dopo dodici anni di governo tra Cristina e il marito scomparso otto anni fa Néstor.

Il presidente uscente, Cristina Kirchner, non poteva candidarsi, ma ha cercato in tutti i modi di influenzare l’esito del voto, che resta quanto mai incerto.

Le elezioni presidenziali arrivano al secondo turno senza un vincitore e nemmeno un favorito. I risultati preliminari danno un testa a testa combattutto tra Daniel Scioli, della coalizione di governo filo peronista, e il candidato delle file dell’opposizione Mauricio Macri.

Pur candidandosi nella coalizione di centro sinistra Scioli, ex pupillo di Menem, è un politico di stampo peronista puro. È già stato al potere come vice presidente in ticket con Nèstor Kirchner (centro sinistra), quando fu eletto dopo che lo stesso Carlos Menem, che è stato presidente dal 1989 al 1999, ha annunciato il suo ritiro.

Con il lancio della coalizione il Fronte per la Vittoria proprio quell’anno, nel 2003, Nèstor Kirchner e il movimento peronista ha effettuato una virata verso il centro sinistra.

Sotto il profilo economico, gli otto anni di Cristina Kirchner al potere si possono considerare un fallimento. L’inflazione galoppante e la crescita anemnica sono la dimostrazione delle difficoltà del paese a rialzare la testa dopo il default tragico del 2001.

A un primo periodo di crescita trascinata dal business delle esportazioni di materie prime, in particolare nel settore agroalimentare, ne è seguito uno, quello recente, di grandi delusioni.

Tanto che ora il paese sudamericano rischia di finire nuovamente nei guai. Il governo si aspettava di registrare un incremento del Pil del 6,2% l’anno scorso, a fronte di un tasso d’inflazione stabile al 10,4%. I numeri sono stati ben più magri. L’economia si è espansa dello 0,5%, ben distante un’eternità dal +2,8% stimato dalle autorità.

I prezzi al consumo intanto continuano a salire. L’inflazione accumulata tra il 2007 e il 2013 è stata, secondo i dati dell’ufficio di statistica, dell’87,1%. Il dato reale fa ancora più impressione, con l’indice che viene stimato addirittura al 331,7%.

(DaC)