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Alberto Nagel su Next Generation EU e il PNRR

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Alberto Nagel su Next Generation EU e PNRR: un gamechanger per la crescita economica dell’Italia

Alberto Nagel, Amministratore Delegato di Mediobanca, è intervenuto sul fondo Next Generation EU e il PNNR, in un colloquio con il Financial Times.

Secondo l’AD di Mediobanca, l’Italia deve procedere in fretta attuando importanti riforme strutturali, spendendo bene le risorse ed evitando rischi di statalismo, favorendo un ecosistema a tutti gli effetti business friendly.

Nel colloquio con il Financial Times, Alberto Nagel spiega infatti che si deve procedere con le riforme e con l’attuazione del PNRR perchè l’Italia sia attrattiva a livello internazionale e “Il fondo per la ripresa può essere un gamechanger in termini di ulteriore crescita economica, – afferma Alberto Nagel – che è particolarmente significativa per un paese indebitato.”

Sulle tante partite industriali e finanziarie aperte in questo momento Alberto Nagel ha invitato ad alzare lo sguardo e guardare ciò che avviene sui mercati internazionali. Sulla lista del Cda, per fare un esempio al centro delle polemiche portate avanti dai pattisti ribelli in Assicurazioni Generali, i numeri parlano chiaro: 45 delle 50 società componenti l’indice Euro Stoxx 50, l’indice che riunisce le 50 società europee a maggior capitalizzazione, rinnovano i vertici tramite lista presentata dal cda uscente. Una constatazione che assume contorni più chiari se consideriamo che su 5 società che ancora non adottano questa prassi, 3 sono italiane.

 

Alberto Nagel e la corporate governance in Italia

Alla luce dei dati sopra citati leggere le parole di Alberto Nagel è semplice: in fatto di corporate governance l’Italia deve progredire in direzione delle best practice dei mercati internazionali se non vuole essere penalizzata dalle scelte degli investitori internazionali e Generali non fa eccezione.

Per quanto riguarda Mediobanca, l’AD Alberto Nagel ha dichiarato che ”L’investimento in Generali dà un contributo apprezzabile ai nostri obiettivi finanziari e ha un rendimento nettamente superiore al nostro costo del capitale”. Relativamente alle tensioni sulla governance che in questo momento interessano alcune partite corporate italiane, Nagel ha poi aggiunto: “Ci sono una serie di importanti decisioni imminenti che saranno un test per la maturità del capitalismo italiano. È di fondamentale importanza che l’Italia si metta al passo con le pratiche di governance auspicate dai mercati internazionali per rendere il paese più attraente per gli investimenti”.

 

Alberto Nagel e la trasformazione e innovazione di Mediobanca

L’articolo pubblicato sul Financial Times su Alberto Nagel ha anche ricordato come l’AD abbia il merito di aver guidato la trasformazione e l’innovazione di Mediobanca negli ultimi anni, riducendo le partecipazioni incrociate e sviluppando il wealth management che ha giocato un ruolo importante nello spingere i ricavi al record di 2,6 miliardi di euro (giugno 2021) incrementando i proventi da commissioni.

Proventi che in passato venivano dalle partecipazioni e dal business generato con le famiglie imprenditoriali azioniste della banca e che oggi invece Mediobanca genera sul mercato grazie alla diversificazione del business in tre segmenti specializzati quali:

  • Corporate & Investment Banking;
  • Wealth Management;
  • Consumer banking.

Un modello, quello impresso da Alberto Nagel a Mediobanca, promosso dagli analisti che mantengono su Mediobanca raccomandazioni “BUY”:  “We forecast Mediobanca to show higher revenues growth vs. Italian peers, thanks to sustained fee income, and more resilient Net Interes Income” says analyst Azzurra Guelfi (Citigroup); un giudizio condiviso da Alberto Cordara di Banck of America:  “Mediobanca combina un bilancio a low-risk, un prospetto di crescita anche inorganica, grazie a operazioni bolt-on rese possibile dal capitale in eccesso e la remunerazione degli azionisti tramite la ridistribuzione dei dividendi.

Quello che rimane di casa in Piazzetta Cuccia nonostante l’evoluzione del business è l’understatement del suo fondatore e su questo Nagel non ha dubbi: “sicuro che l’approccio sobrio di Mediobanca sia ancora la scelta migliore nel mondo odierno“.

Alberto Nagel, Mediobanca e le tematiche ESG

Nel processo di trasformazione di Mediobanca promosso da Alberto Nagel rientra anche il crescente impegno di Mediobanca sui temi ESG. Un focus che trova concreta applicazione con l’integrazione di obiettivi legati all’ambiente, sociali e di governance nel piano strategico di Gruppo.

La sfida di oggi è integrare i criteri Esg nei modelli di business” – ha sottolineato Alberto Nagel aprendo l’evento “Beyond Esg & Sustainability – A new strategic direction” promosso dalla banca a fine novembre dedicato all’approfondimento dei fattori Esg come driver delle strategie corporate e del mercato dei capitali.

Nagel ha poi aggiunto: “Nel piano strategico di gruppo al 2023 abbiamo condiviso diversi obiettivi di sostenibilità con l’intento di contribuire al raggiungimento di sei dei diciassette macroobiettivi di sviluppo della sostenibilità promossi dalle Nazioni Unite“.

Un approccio che l’analista di Citigroup Azzurra Guelfi ha giudicato in maniera molto positiva: “Mediobanca started an ESG journey several years ago, and despite its smaller scale vs. many peers, its efforts on ESG disclosure, transparency and policy are really compelling”.

Le tematiche Esg – ha aggiunto Nagel sempre in occasione dell’evento ESG – non devono essere percepite come un obbligo, bensì come un’opportunità in grado di generare valore per tutti i nostri stakeholders. Abbiamo adottato a livello di gruppo una politica Esg molto rigorosa, con l’obiettivo di definire linee guida strutturate per l’integrazione dei criteri Esg nelle diverse attività del gruppo, dai finanziamenti, agli investimenti di fondi propri fino all’attività di consulenza ai clienti. Abbiamo il dovere sociale di sostenere la transizione verso un modello economico più sostenibile – ha concluso – Allo stesso tempo siamo consapevoli dell’importanza delle tematiche ESg per la performance di lungo periodo dei nostri clienti. Sostenendo il loro impegno nella gestione dei rischi Esg, investiamo al contempo nella resilienza del nostro portafoglio“.

 

Chi è Alberto Nagel, biografia dell’Amministratore Delegato di Mediobanca

Alberto Nagel è laureato in Economia Aziendale all’Università Bocconi nel 1990 e subito dopo la laurea viene assunto in Mediobanca dove inizia il suo percorso professionale e nel 2008 diventa Amministratore Delegato.

Alberto Nagel ha seguito nel corso della propria carriera le privatizzazioni italiane di Enel, BNL, Finmeccanica, seguita dal gruppo Mediobanca oltre ad alcune delle più grandi operazioni M&A italiane; OPA del Credito italiano sul Credito Romagnolo, Olivetti su Telecom Italia e Generali su INA.