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Agricoltori: deflazione shock in Italia. Redditi fermi a 30 anni fa

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ROMA (WSI) – E` deflazione shock con il crollo del 12,2 per cento dei prezzi delle verdure e del 8,9 per cento quelli della frutta nei campi dove scendono del 9,1 per cento anche le quotazioni dei cereali e del 3,7 per cento quelle dell`olio di oliva.

E` quanto emerge da una analisi della Coldiretti sulla base dei dati Istat relazioni ai prezzi dei prodotti agricoli nel secondo trimestre del 2014 rispetto allo stesso periodo dell`anno precedente.

L`indice generale dei prezzi dei prodotti agricoli alla produzione nell`arco di tempo considerato è sceso in media – sottolinea la Coldiretti – del 4,8 per cento a causa della spirale recessiva alimentata dalla crisi che ha colpito duramente le imprese agricole che hanno dovuto affrontare anche una estate flagellata dal maltempo.

L`andamento dei prezzi riflette in generale – precisa la Coldiretti – una situazione difficile sul lato degli acquisti alimentari che sono tornati indietro di oltre 33 anni, ai livelli minimi del 1981, a causa della crisi con la spesa per abitante, che era sempre stata tendenzialmente in crescita dal dopoguerra fino a raggiungere l`importo massimo nel 2006, che è iniziata a crollare da allora, progressivamente ed in misura crescente ogni anno, secondo le elaborazioni Coldiretti su dati Istat sui consumi finali delle famiglie a valori concatenati.

“Gli italiani nei primi anni della crisi – conclude la Coldiretti – hanno rinunciato soprattutto ad acquistare beni non essenziali, dall`abbigliamento alle calzature ma, una volta toccato il fondo, hanno iniziato a tagliare anche sul cibo riducendo al minimo gli sprechi e orientandosi verso prodotti low cost, ma ad alto rischio. Una leggera inversione di tendenza positiva è attesa per la seconda parte del 2014 perché – conclude la Coldiretti – sarà proprio la spesa alimentare, che rappresenta la seconda voce dei budget familiari, a beneficiare maggiormente del bonus di 80 euro al mese per alcune categorie di lavoratori dipendenti, disoccupati e cassintegrati che destinano una quota rilevante del proprio reddito all`acquisto del cibo”.

Quanto ai redditi delle famiglie italiane, nel 2014 sono fermi ai livelli di trent’anni fa, ossia del 1986. A lanciare l’allarme è l’Ufficio Studi di Confcommercio. Nel 1986 il reddito pro capite era di 17.200 euro: lo stesso livello del 2014 (pari a 17.400 euro).

Indietro tutta anche per quanto riguarda il Pil e i consumi che tornano ai valori del 1997.

Gli italiani hanno perso, in otto anni, circa 2.600 euro di reddito a testa. Nel 2013 il reddito disponibile reale pro capite è sceso, rispetto al 2007, del 13,1%, pari ad un ammontare di 2.590 euro a testa.

Nel 2014 il reddito reale dovrebbe crescere dello 0,4%, “pari ad una variazione nulla nella metrica pro capite”.
(TMNews)