Economia

Parmalat e Pernigotti, destini diversi per due pezzi del made in Italy

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Il made in Italy fa gola agli stranieri che in alcune occasioni riescono a rilanciarlo in altre no. E’ il caso di Parmalat e Pernigotti.

La prima dopo la gestione fallimentare dell’ex patron Callisto Tanzi è entrata a far parte del gruppo francese Lactalis di proprietà della famiglia Besnier, divenuta azionista titolare di una partecipazione superiore all’87%. Oggi Parmalat ha annunciato di aver comprato la divisione natural cheese messa in vendita da Kraft Heinz Canada, con i marchi Cracker Barrel, P’tit Quebec e aMOOza. Il prezzo per l’acquisizione è stato convenuto in complessivi 1,62 miliardi di dollari canadesi (corrispondenti a circa 1,1 miliardi di euro al cambio odierno) e non è soggetto a meccanismi di aggiustamento. L’acquisizione verrà realizzata parte con mezzi propri e parte con ricorso all’indebitamento ed è soggetta alle approvazioni delle Autorità di regolamentazione canadesi. Un’operazione di rilancio delle attività del gruppo l’acquisizione in Canada che arriva dopo i deludenti risultati trimestrali con la società che ha chiuso i primi nove mesi dell’anno con un fatturato di 4.532,2 milioni di euro, in calo del 6,3% sullo stesso periodo dell’anno precedente.

Per un gruppo rilanciato un altro viene smembrato. Lo stabilimento produttivo della Pernigotti di Novi Ligure verrà chiuso e ciò significa 100 lavoratori a casa e altrettante famiglie in difficoltà. L’azienda dolciaria che nel 2013 è passata in mano al gruppo turco appartenente alla famiglia Toksöz, attivo nel dolciario, nel farmaceutico e nel settore energetico mette fine ad un pezzo di storia dell’industria dolciaria italiana. l marchio dovrebbe rimanere, ma a chiudere i battenti sarà lo stabilimento di Novi Ligure e il piano sembrerebbe quello di smantellare la parte produttiva, mantenendo però il marchio. I prodotti verrebbero quindi esclusivamente fatti in Turchia, dove tra l’altro è già stata trasferita la produzione della crema spalmabile.