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Mps, futuro AD Morelli si difende: “mai indagato per Alexandria”

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SIENA (WSI) – L’uomo che, secondo le indiscrezioni di stampa, si appresta a ricoprire la carica di amministratore delegato di Mps, Marco Morelli, non ha gradito le accuse mosse da Dagospia, che oggi mette in pagina una richiesta di rettifica firmata dal legale dell’ex Cfo di Montepaschi. L’articolo che ieri pubblicava il sito Dagospia si interrogava sul possibile nuovo ad in questi termini: “è lo stesso Marco Morelli direttore finanziario di Mps che gestì l’acquisizione di Antonveneta? – Indagato ed archiviato dalla magistratura per i derivati “Alexandria” e “Santorini”?”.

L’avvocato Nicola Apa tiene a sottolineare nettamente che “il Dott. Morelli non è stato mai indagato per il derivato “Alexandria” né per il derivato “Santorini”; e su questo la replica di Dagospia non contrattacca, replicando però sul fatto che Morelli era stato indagato, prima dell’archiviazione, per l’operazione fresh, il prestito convertibile da 1 miliardo, in parte collegato all’acquisizione di Antonveneta: “all’epoca” Morelli “era vicedirettore generale in Mps, i pm nel 2013 hanno chiesto l’archiviazione perché ‘non è risultato da fine 2007 l’interlocutore dell’Autorità di vigilanza sull’operazione Fresh’”.

Non solo Morelli non è stato indagato per i derivati contestati da Dagospia, ma scrive il legale, “nella sentenza emessa il 31.10.2014 dal Tribunale di Siena nell’ambito del giudizio contro Baldassarri, Mussari e Vigni proprio in relazione all’operazione ‘Alexandria’, i Giudici toscani hanno considerato che ‘Morelli si era subito adirato in quanto era già contrario all’operazione, ragione per la quale si erano recato a parlare con il Direttore Generale Vigni al quale Morelli, con veemenza, aveva esposto le sue riserve […] Tale ferma opposizione ed i toni duri con i quali la contrarietà era stata esposta a Vigni, sono stati confermati anche dalle dichiarazioni di Salvischiani […]’”.

Per quanto riguarda, invece, le responsabilità di Morelli sull’acquisizione di Antonveneta (l’altra “magagna” che Dagospia avrebbe scovato nel passato del possibile nuovo ad di Mps), la testata ricorda che “è stato multato” da Banca d’Italia con provvedimento dell’8 ottobre 2013 nella sua qualità di “responsabile aziendale” relativamente a “mancate comunicazioni all’Organismo di vigilanza ed errate segnalazioni di vigilanza da parte dei componenti il consiglio d’amministrazione e il collegio sindacale, del direttore generale e di alcuni responsabili aziendali”.

Morelli ha pagato una multa da 208.500 euro.