Società

Lavoro: nonostante la ripresa, italiani continuano la fuga all’estero

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I segnali di ripresa economica non bastano. I giovani continuano a lasciare l’Italia per trasferirsi all’estero in cerca di lavoro. È la fotografia scattata da Federico Fubini, in un articolo del Corriere.it da cui emerge, numeri alla mano, che nel 2017 “il numero di italiani che se ne vanno per cercare di farsi una vita all’estero continua a crescere verso livelli mai raggiunti prima”.

Un trend che non sembra risentire dunque delle schiarite del mercato del lavoro, e che va in controtendenza rispetto a quanto sta succedendo in Spagna, Portogallo e altri Paesi europei colpiti dalla Grande recessione i cui deflussi stanno scemando:

Tra le mete più ambite dagli italiani in pole position resta Londra, nonostante la Brexit. I numeri sono confermati dal dipartimento del Lavoro di Londra che ha pubblicato le cifre sugli stranieri che nell’anno chiuso a giugno 2017 avevano attivato un “National Insurance Number” per vivere e lavorare nel Regno Unito. Si legge nell’articolo:

Fra i principali Paesi europei, solo Italia, Grecia e Bulgaria registrano flussi in aumento rispetto all’anno prima e solo l’Italia (con 60mila iscrizioni) lo fa fra i grandi Paesi di origine delle migrazioni verso la Gran Bretagna (vedi grafico). Spaventati dalla Brexit o incoraggiati dalla ripresa nei loro Paesi, spagnoli, portoghesi, irlandesi, polacchi, ungheresi o slovacchi fanno tutti segnare crolli a doppia cifra degli afflussi verso il Regno Unito. Ma né l’uscita di Londra dall’Unione europea, né il rallentamento dell’economia britannica, né l’accelerazione di quella italiana intaccano gli arrivi di italiani.

Rallentano invece i flussi verso la Germania, mentre restano stabili quelli in Svizzera:

L’emigrazione italiana – si legge ancora – verso la Germania nel 2016 segna un rallentamento, ma molto lieve: l’ufficio statistico tedesco registra 50 mila arrivi; sono meno dei 74 mila del 2014, eppure più degli arrivi di italiani del 2012 quando in Italia c’era stata una distruzione netta di oltre 200 mila posti di lavoro. Anche la Svizzera, terza grande destinazione degli emigranti di casa nostra, non riporta continui aumenti: 19 mila nel 2016, che pure è stato l’anno di maggiore creazione di lavoro in Italia da decenni.