Economia

Incubo derivati e voragine debito: Tesoro ha perso altri 5 miliardi

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Il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, ha risposto a un’interrogazione del M5s nella quale si chiedeva conto al Tesoro degli esborsi subiti nell’ultimo anno a causa dei contratti derivati stipulati con alcune banche.

Il conto a fine anno è stato di 4,2 miliardi per lo stato, relativamente ai contratti swap; 1,1 miliardi di oneri in più rispetto all’anno scorso. Alla cifra va poi aggiunto un ulteriore miliardo per la chiusura anticipata di un contratto derivato, su richiesta della banca che aveva facoltà di esercitare tale clausola: l’esborso totale ha raggiunto, quindi, i 5,2 miliardi di euro.

Nei giorni scorsi è tornata d’attualità la storia dei derivati contratti dallo Stato con Morgan Stanley, sui quali grava un’inchiesta della Corte dei Conti che nel complesso punta a recuperare 4,2 miliardi di pagamenti irregolari.

Questo genere di contratti derivati, nel caso degli swap, permette al Tesoro di stabilizzare i flussi di pagamento scambiando il tasso variabile delle emissioni sui tassi d’interesse del debito pubblico, con un tasso fisso: se nel tempo i tassi d’interesse scendono, lo Stato continua comunque a pagare il tasso fisso, perdendo denaro (viceversa, se i tassi salgono). L’anno scorso Bloomberg aveva calcolato che il conto complessivo delle perdite sugli swap fra 2011 e 2014 anni era stato di 16,95 miliardi di euro.

Padoan ha aggiunto che nel 2016 sono state esercitate da alcune banche delle swaption per ulteriori 3,2 miliardi: attraverso questo genere di opzione la banca può attivare uno swap a condizioni predefinite, ovviamente quanto le condizioni divengono per essa favorevoli. La deputata Carla Ruocco, autrice dell’interrogazione, ha così commentato su Facebook:

“Consentitemi un tecnicismo. La swaption è il diritto che lo Stato ha dato alla banca di stipulare in un certo momento futuro un derivato a lei favorevole. Questo diritto la Banca l’ha pagato allo Stato anni or sono e quei soldi saranno serviti allo Stato per abbellire il bilancio di allora. Magari era un lifting necessario per rispettare i vincoli europei di bilancio. E poiché fino all’anno scorso le regole contabili europee lo consentivano, ecco che il Tesoro in passato vendeva swaption per battere cassa e ripianare il deficit”.