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WALL STREET IN ROSSO, JP MORGAN NON CONVINCE

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Apertura sottotono per l’azionario americano, con la debolezza che e’ dovuta in particolare al rafforzamento consistente del dollaro e alla mancanza di entusiasmo per gli utili migliori del previsto di Intel e JP Morgan.

I titoli di entrambi i colossi scambiano in territorio negativo, con il produttore di microchip che e’ stato colpito dal piu’ classico dei “sell the news”, mentre la banca paga le preoccupazioni circa le perdite da accantonamenti trimestre su trimestre.

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Non hanno un particolare impatto invece gli ultimi dati macro pubblicati: la produzione industriale e’ aumentata dello 0.6% come previsto e la capacita’ di utilizzazione degli impianti e’ cresciuta a 72.0%, in lieve miglioramento rispetto al 71.8% di un mese prima.

Il mercato ha iniziato a limare i cali nel preborsa dopo che l’
Empire State Index ha registrato un progresso a 15.92, risalendo dopo due mesi consecutivi di cali. Il dato del mese precedente e’ stato ritoccato al rialzo.

Nel frattempo l’indice dei prezzi al consumo di dicembre e’ aumentato dello 0.1% mese su mese. Si tratta di un incremento leggeremente inferiore a quello dello 0.2% previsto dalla maggior parte degli analisti, ma e’ sostanzialmente in linea con le attese. Se si escludono le componenti di cibo e energia, il dato e’ di 0.1%. Il CPI e il CPI Core sono risultati contrastanti se confrontati con la lettura di novembre, che aveva mostrato rispettivamente un rialzo dello 0.4% e una variazione nulla.

Sugli altri mercati, nel comparto energetico scambiano in ribasso le quotazioni del greggio. I futures con consegna febbraio lasciano sul campo $0.31 attestandosi a quota $79.08 al barile. Sul valutario, l’euro si indebolisce a $1.4391 nei confronti del dollaro. In flessione l’oro a $1135.60 l’oncia (-$7.40). Avanzano i prezzi dei Titoli di Stato, con il rendimento sul benchmark decennale che e’ sceso al 3.670% dal 3.698% di ieri.