Certificati, un mondo variegato

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Articolo di Aniello Milano, consulente patrimoniale di Napoli

 

I certificati di investimento sono caratterizzati dalla presenza di combinazioni di più opzioni. Per comprendere al meglio la sua efficacia e l’andamento dei prezzi sul mercato secondario, è importante valutare la reattività del certificato ai cambiamenti di alcune variabili.

Tra quelle più significative a tale riguardo rientrano:

  1. VOLATILITÀ DEL SOTTOSTANTE
  2. TRASCORRERE DEL TEMPO
  3. DINAMICA DEI TASSI DI INTERESSE E LA VARIAZIONE DELLE VALUTE IN CUI SONO ESPRESSI I PREZZI DEI SOTTOSTANTI
  4. DIVIDENDI ATTESI DURANTE LA VITA DEL CERTIFICATO
  5. CORRELAZIONE (se il sottostante è composto da più attività)

Per quanto concerne lo strumento in sé, possiamo individuare:

  • Certificati a capitale protetto, che offrono a scadenza la sicurezza di ricevere, in tutto o in parte, quanto investito;
  • Certificati a capitale condizionatamente protetto, che a scadenza offrono il capitale inizialmente investito solo se non si verifica un determinato evento predefinito a livello di prospetto;
  • Certificati a capitale non protetto, che non offrono alcuna garanzia in termini di rimborso del capitale a scadenza;
  • Certificati a leva, che possono amplificare i guadagni e le perdite, sfruttando l’effetto leva;
  • Credit linked notes, con sottostante una o più obbligazioni. Riconoscono il rendimento sotto forma di flusso cedolare. Sia le cedole che il rimborso finale sono assoggettati ad uno o più eventi di credito.

Ciascuna tipologia può prevedere diverse varianti, di cui elencherò solo le più frequenti:

  • Standard: costituisce la tipologia del certificato originariamente proposta dagli emittenti al mercato e spesso più diffusa. E’ generalmente più semplice rispetto alle altre sotto tipologie disponibili;
  • Autocallable: prevede il rimborso anticipato nel caso si verifichino determinate condizioni;
  • Short: consente di sfruttare i ribassi del sottostante;
  • Worst of: è caratterizzato dall’avere diversi sottostanti la cui performance dipenderà dalla dinamica di quello con il rendimento inferiore;
  • Best of: è caratterizzato dall’avere diversi sottostanti la cui performance dipenderà dalla dinamica di quello con il rendimento più elevato;
  • Rebound: prevede l’attivazione di opzioni qualora il sottostante raggiunga una determinata barriera;
  • Protection: offre la protezione del capitale anche per tipologie differenti dagli Equity Protection;

Inoltre, ci possono essere certificati che prevedono un Cap, cioè hanno un limite predefinito ai possibili guadagni; oppure sono di tipo Quanto, cioè offrono la protezione dalle oscillazioni valutarie del sottostante.

La partecipazione al rialzo e al ribasso del sottostante può essere maggiore (oppure inferiore) al 100%, consentendo una esposizione più (o meno) che proporzionale alle variazioni del sottostante.

 

VANTAGGI DEI CERTIFICATI?

  • Possibilità di incorporare, in un unico strumento, strategie finanziarie raffinate, abitualmente implementate dai professionisti;
  • Quotazione in mercati ufficiali e regolamentati;
  • Liquidabilità dello strumento, garantita dal market maker che effettua sistematicamente proposte di acquisto e di vendita;
  • Ampia offerta di profili di rendimento e di sottostanti;
  • Possibilità di investire su molteplici asset class;
  • Trattamento fiscale semplice e vantaggioso.

Sono strumenti utili anche a compensare le minusvalenze. Tutti i premi generati dai certificati sono considerati redditi diversi e quindi concorrono alla compensazione delle minusvalenze. I certificati sono gli unici strumenti a generare sempre e solo redditi diversi, sia che si tratti di guadagni in conto capitale sia che i proventi derivino dallo stacco di cedole, condizionate o incondizionate. Il principio di base per il quale tutti i redditi vengono considerati di natura finanziaria “diversa” è l’aleatorietà del reddito stesso, essendo sempre soggetto a una condizione.

Un esempio banale chiarirà l’operatività.

Ipotizzando di aver maturato minusvalenze per 2.000 euro e di ricevere successivamente cedole per 500 euro. Al momento dell’accredito, l’intermediario andrà a verificare se nello zainetto fiscale dell’investitore sono presenti minusvalenze e in caso ci siano, provvederà a ridurre queste di 500 euro, lasciando di conseguenza un residuo di 1.500 euro di minus, ma cosa “importante” ad accreditare i 500 euro al lordo della tassazione!

Ma la vera frontiera è la possibilità di “costruire” il certificato ad personam; alcuni intermediari danno la facoltà di costruire da zero il certificato, scegliendo il sottostante, la barriera, la scadenza… poi per il placement ovviamente sarà necessaria una capacity minima, ma questa modalità permette una elevata personalizzazione dello strumento.

Un certificato molto interessante chiamato One Star

Il certificato si caratterizza per l’effetto One Star che permette all’investitore di avere una seconda chance nel caso in cui il sottostante peggiore a scadenza si trovi al di sotto della barriera capitale. Infatti, se il sottostante migliore a scadenza registra una performance positiva rispetto allo strike iniziale (livello finale maggiore o uguale al 100% dello strike iniziale) e il sottostante peggiore si trova al di sotto della barriera capitale, il certificato rimborserà il 100% del capitale investito non tenendo conto del sottostante peggiore.

Per concludere, occhio a non sottovalutare i sottostanti. Bisogna “guardare” effettivamente dove si trova nel tempo e nello spazio il valore del sottostante e avere ben presente le ipotesi di andamento, considerando che la “scommessa” si farà sul valore a “scadenza” dello strumento stesso.

 

Questo articolo fa parte di una rubrica di Wall Street Italia dedicata ai consulenti finanziari che vogliono raccontare le loro esperienze e iniziative professionali. Se siete interessati a pubblicare una vostra storia scriveteci a: [email protected]


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