Testamento: a chi andrà la tua eredità?

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“Sogna come se dovessi vivere per sempre” diceva Oscar Wilde, peccato che purtroppo non è proprio così, non siamo immortali e per quanto ci sforziamo di guardare dall’altra parte, di sviare il discorso e allontanare i brutti pensieri, la realtà è lì che ci aspetta ferma ed irremovibile.

La dipartita è un evento che attende tutti prima o poi, meglio non farsi trovare impreparati a tale nefasto evento.

L’argomento non è mai facile da affrontare in prima persona né tantomeno da sottoporre a terzi, senza assistere a scongiuri verbali o fisici, ricorsi ad amuleti o tiritere contro la mala sorte o senza essere visto come uno iettatore. Pertanto, entriamo in punta di piedi sull’argomento augurando a tutti una lunga vita ricca di ogni bene e felicità e chiediamo: avete mai pensato di fare testamento?

Testamento: in Italia è un argomento tabù

Lo stesso Oscar Wilde continuava la già citata frase con ” vivi come se dovessi morire oggi”, quindi anche l’egregio scrittore tratta lo scomodo argomento, mettendo il lettore davanti all’amara realtà. Riformuliamo la domanda: se dovessi morire oggi, sei sicuro che tutti i tuoi averi troverebbero l’allocazione che tu immagini? Purtroppo, l’esperienza mi insegna che nella grande maggioranza dei casi non è così.

Perché fare testamento

La maggior parte delle volte, soprattutto in presenza di figli minori, chi decide sulla distribuzione degli averi non è il coniuge ma un giudice tutelare. E nel caso in cui non ci siano figli l’eredità va in parte al coniuge, ma ripartita anche tra fratelli e genitori del defunto fino al 6° grado di parentela. Questa, e le tante altre avversità che potrebbero minare la serenità futura di una famiglia, che si ritrova a dover riorganizzare la propria vita dopo la perdita di un familiare, potrebbero sconfortare chi legge.

Per fortuna a tutto c’è una soluzione basterebbe una consulenza con un professionista del settore, per comprendere che si può correre ai ripari per affermare la propria volontà e garantire la distribuzione dei propri beni secondo il proprio volere. Tale rimedio ha un nome: testamento.

Il testamento altro non è che la proclamazione delle proprie scelte, il modo per poter disporre dei propri beni anche dopo la morte.

 

La scelta di ricorrere ad un testamento non è ancora molto comune soprattutto in Italia, forse perché fa paura affrontare il tema della morte e allontaniamo pensieri e fatti che trattano il tema.

In conclusione, se come diceva Totò, nella poesia “A livella”, davanti alla morte siamo tutti uguali dal vecchio al giovane, dal ricco al povero, almeno cerchiamo in vita di distinguerci dando valore a ciò che abbiamo costruito con tanto sacrificio, diamo voce al nostro desiderio di lasciare qualcosa a qualcuno da noi designato e non che sia la scelta di un tale che si ritrova una pratica sulla scrivania.

 

Articolo di Alessandro Lo Verde, Consulente Finanziario di Palermo

 

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