Eredità: gli italiani non ne parlano

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Articolo di Paola Benedetti, consulente finanziario di Firenze

E’ verità riconosciuta che soltanto il 12,26% degli italiani fa testamento e pensa così a come gestire l’eredità. L’avversione al testamento può essere un fatto scaramantico, ma molte persone pensano che non ci sia niente da decidere. Niente di più sbagliato ! Ognuno di noi ha due possibilità: non fare niente e lasciare che sia la legge a decidere per i nostri beni oppure scrivere un testamento e scegliere come e a chi destinare i nostri averi al momento della dipartita.“Ricordati che devi morire!” dicevano nel film “Non ci resta che piangere” capolavoro di Massimo Troisi e Roberto Benigni. Mi viene da aggiungere che prima di quel giorno è bene ricordarsi di fare testamento! L’eredità, dal latino “hereditas”, è ciò che si eredita o ciò che si lascia in eredità!

Se muore un genitore senza testamento a chi va l’eredità?

Prendiamo ad esempio una famiglia composta da babbo, mamma, due figli e tre immobili. Alla morte del padre ciascun immobile per legge entrerà nella proprietà dei tre eredi; con il testamento si può decidere di destinare un immobile ad ogni erede evitando comproprietà che con il tempo potrebbero rivelarsi dannose per il bene e l’unità della famiglia.

Il primo passo per una sana pianificazione ereditaria è scrivere un testamento.

Quali tipi di testamento esistono?

Il codice civile attuale disciplina i cosiddetti “testamenti ordinari”. Fra questi sono annoverati il testamento olografo (quello scritto di pugno dal testatore su un semplice foglio di carta), quello pubblico o per atto notarile (quello scritto davanti ad un notaio in presenza di testimoni) e quello segreto (quello scritto di proprio pugno e consegnato sigillato al notaio).

Il testamento internazionale, seppur ordinario, non trova invece la propria fonte all’interno del codice civile.

In questo particolare momento dovremmo iniziare a parlare anche di “testamento digitale” poiché tutto il sistema ha avuto una tsunamica accellerazione e il diritto sarà chiamato a chiarire aspetti fondamentali in relazione all’identità digitale e al testamento digitale (argomento di cui mi occuperò in maniera dettagliata nel prossimo articolo).

Nel testamento il testatore farà riferimento a tutti o ad una parte dei beni e/o diritti di cui è proprietario e qualunque sia la forma utilizzata l’importante è che sia ben interpretabile la sua volontà.

La famiglia oggi

  1. Tradizionale costruita da genitori e mediamente 1 o 2 figli;
  2. La famiglia senza figli;
  3. Famiglia di fatto che differisce dalla tradizionale per il fatto che i conviventi non sono sposati;
  4. Famiglia monogenitoriale, che nasce da separazioni;
  5. Famiglie lunghe cioè con figli in età adulta ancora alle dipendenze dei genitori;
  6. Le famiglie allargate con o senza figli in comune;
  7. Le Unioni Civili

Per ognuna di queste famiglie i risvolti di una successione divergono tra di loro almeno in parte.

Facciamo alcuni esempi:

  • famiglia composta da marito e moglie senza figli: alla morte di uno dei due coniugi entrano in successione i genitori o in mancanza di questi i fratelli e/o le sorelle
  • famiglia con figli e coniugi separati: alla morte di uno dei due coniugi ereditano i figli e anche il coniuge separato (fatto salvo che non sia già stata pronunciata sentenza di divorzio)

Ho scritto questo articolo con l’intento di portare le persone a porre l’attenzione sull’utilità, sulla necessità di una pianificazione successoria e del passaggio generazionale.

Voglio sollevare la curiosità, sfatare miti scaramantici, portare a pensare che predisporre le proprie volontà con, per esempio, un testamento non porta male anzi può essere di supporti ai nostri cari ed è il documento attraverso il quale il testatore trasmette agli eredi la propria volontà.

Allora avanti non abbiate timore, prendete informazioni, approfondite i dubbi che avete e esprimete le domandate ciò che vi sono venute in mente; mi troverete pronta a rispondere.

 

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