CERTIFICATES: campioni delle sfide impossibili

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Articolo di Ascione Giuseppina, consulente finanziario di Torre del Greco

 

I certificates sono un prodotto che, se ben selezionato, può portare rendimenti interessanti.

Si tratta di strumenti derivati cartolarizzati. Derivati perché sono contratti che hanno come sottostante un titolo finanziario, e cartolarizzati perché questi contratti sono trasformati in titoli negoziati sui mercati finanziari regolamentati, per cui possono essere comprati e venduti in qualsiasi momento

Essi sono dei veri e propri pezzi di carta virtuale che permettono dei guadagni più o meno in base ai rischi che l’investitore intende correre, e correlati al titolo della società che ne sottostà (società, obbligazione, Stato…). Possono essere a leva (leveragede certificate) o senza leva (certificati di investimento).

Possiamo considerare i certificati di investimento come qualcosa di molto simile agli ETF, soprattutto per quello che riguarda la composizione, ma con differenti caratteristiche circa la protezione del capitale e la performance sul titolo sottostante.

I certificati di investimento sono certificati col funzionamento più semplice perché replicano un sottostante (un’azione, un’obbligazione, un indice, una commodity), e non utilizzano effetto leva. I certificati a leva si servono della leva finanziaria per i rialzi o i ribassi del sottostante. Non si limitano a replicare l’andamento del sottostante, ma ti danno la possibilità di investire, a rialzo o a ribasso, direttamente sul sottostante stesso.

Sono strumenti finanziari creati assemblando tra loro delle opzioni. Il mondo dei certificati è un mondo variegato (4 tipologie: capitale protetto, capitale condizionatamente protetto, capitale non protetto, a leva).

I certificati hanno numerosi pregi:

  • efficienza fiscale. E’ possibile compensare (nello zainetto fiscale) le minusvalenze dei fondi; Poiché le minus dei fondi sono considerate redditi diversi, possiamo compensarle con le plus dei certificati
  • Ampia scelta di sottostanti, di asset class, nonché di strategie (talvolta complesse, per il risparmiatore da replicare), che permettono il più delle volte di controllare il rischio, anche in un mercato non così positivo. Si tratta di strategie in opzioni che vengono impacchettate dall’emittente e rese disponibili a chiunque con l’acquisto diretto in Borsa Italiana con un click. Tali strategie risentono molto di due variabili: pagamento dividendi e la volatilità.

Volatilità. Quando la volatilità è più alta, le opzioni costano meno (per probabilità di raggiungimento delle barriere), pertanto si riesce a strutturare i certificati con premi più interessanti. Proprio la volatilità (essendo i certificati strategia in opzioni) ha rivestito un ruolo determinante nella formazione dei prezzi, facendo crollare anche più del dovuto in certi casi il prezzo di molti strumenti. Chiaramente nel momento in cui la volatilità si è normalizzata questi certificati sono risaliti.

Il pagamento dei dividendi. In caso di stacco del dividendo, il sottostante stacca la quota, la quotazione del certificato rimane lineare. Quando, invece, viene cancellato un dividendo, proprio perché utilizzato dall’emittente per finanziare le opzioni accessorie, il certificato ne beneficia perché è un elemento in meno da considerare e sostanzialmente il prezzo del certificato sale.

Rendimento

Laddove ci sono operazioni straordinarie (stacco dividendi straordinari, scissioni,…tutto quello che riguarda operazioni sul capitale di una società), sostanzialmente per l’investitore non cambia nulla (perché vale il principio dell’equivalenza finanziaria), cambia il livello del certificato. Rimangono invariati i principi di rendimento del certificato. In sintesi:

  • Non c’è nessun lotto minimo (si può comprare anche 1 solo certificate. Il prezzo del certificato è 100, di conseguenza il lotto minimo è 100 euro). Pertanto, risultano essere uno strumento utile per diversificare il portafoglio, non avendo lotto minimo ed avendo un’ampia scelta di sottostanti, anche se il patrimonio è ridotto, è possibile comunque costruire un buon portafoglio
  • Prodotto duttile. Ovvero lo possiamo trattare in vari modi. I certificati li possiamo negoziare tramite piani di accumulo, oppure in ottica di investimento (compro il prodotto e lo porto a scadenza), o ancora in un’ottica di trading (compro, e rivendo poche ore dopo per il caso di leva, o qualche giorno dopo per il caso bonus). Sono uno strumento che si adatta a numerose strategie operative
  • Ma sono duttili anche perché, per ogni obiettivo finanziario, c’è una tipologia di certificato che può essere utile per l’investitore. Obiettivi finanziari possono essere: la protezione (esistono i certificati a capitale protetto), l’entrata periodica (ci sono certificati con l’obiettivo di pagarmi una cedola periodica, basti pensare il caso dei cash collect, piuttosto che degli express…), il rendimento (ovvero il guadagno dalla differenza tra il prezzo di acquisto ed il prezzo di vendita), ed infine il rimborso indipendentemente dal fatto che il certificato non paghi la cedola (posso orientarmi verso i bonus o i bonus cap)
  • Rendimenti asimmetrici. Ovvero, se io compro un titolo azionario, il guadagno e la perdita sono commisurati alla performance del sottostante. Se io dovessi comprare un certificato a capitale protetto, se il sottostante sale il certificato mi permette di guadagnare, se il sottostante scende, il certificato è protetto al 100%, per cui so che il rimborso minimo a scadenza sarà 100.

Insomma, acquistando un certificato, con una sola operazione e per un importo contenuto, si accede ad una strategia di investimento altrimenti difficilmente realizzabile.

 

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