ROMA (WSI) – Il sistema bancario italiano ha superato la fase più acuta della crisi e ha avviato un percorso di moderato recupero della redditività.
La persistente rischiosità del credito legata ad un contesto economico ancora fragile e le incertezze per i risultati degli esami Bce e Eba impongono tuttavia l’adozione di politiche prudenti da parte degli istituti in un 2014 visto come anno di transizione.
Secondo le previsioni di Prometeia, i gruppi bancari operanti in Italia dovrebbero tornare a livello aggregato a realizzare utili per circa 2,8 miliardi di euro nell’esercizio in corso dopo l’ulteriore perdita stimata per il 2013 di poco inferiore a 16 miliardi di euro.
Per il 2015 gli utili sono visti in salita a 8,5 miliardi, ma nonostante il progressivo recupero e un netto miglioramento rispetto agli anni neri 2011-2013 – dove le perdite hanno superato i 40 miliardi – il confronto storico vede un sistema ancora con una modesta redditività.
Nel triennio di previsione 2014-2016 lo scenario di Prometeia – che non incorpora i possibili effetti degli Aqr e degli Stress test – vede utili complessivi per 23 miliardi, poco più di un terzo rispetto agli oltre 61 miliardi nel triennio 2005-2007.
In termini di redditività del capitale, il 2014 torna in positivo con un Roe dell’1% mentre nel 2016 dovrebbe superare il 4%. I risultati saranno sostenuti anche dal continuo miglioramento del margine di intermediazione e dalla riduzione dei costi operativi, con un costo della raccolta che si ridurrà ancora.
“E’ un sistema che smette di perdere e che nel frattempo ha mantenuto livelli di capitalizzazione importanti”, ha spiegato Giuseppe Lusignani, vicepresidente di Prometeia, nel corso della presentazione alla stampa del ‘Prometeia Banking Day.
In particolare, nel primo trimestre i bilanci bancari hanno mostrato segnali positivi come il buon andamento delle commissioni nette e il risultato di negoziazione.
Tuttavia il peggioramento della qualità del credito e la necessità di consolidare i livelli di copertura determineranno un flusso di rettifiche ancora elevato quest’anno a circa 23 miliardi che dovrebbe ridursi nel 2015 e soprattutto nel 2016 per un livello cumulato nel triennio di circa 53 miliardi.
“Il 2014 è un anno di transizione. In attesa dei risultati degli Aqr le banche stanno adottando politiche più prudenti con accantonamenti e rafforzamenti patrimoniali che sono necessari perchè consentono di affrontare con un cuscinetto di capitale gli esiti degli esami che al momento sono incerti”, dice Lusignani.
Con gli aumenti di capitale in corso e già programmati, per un ammontare complessivo di 10,5 miliardi, il Common Equity Tier 1 del sistema si posizione a circa 10,3%.
Ma oltre all’atteggiamento di maggiore prudenza delle banche sarà ancora la debolezza dell’economia e una domanda ancora bassa e a condizionare l’andamento del credito nel 2014.
Al netto delle sofferenze, il credito a famiglie e imprese si ridurrà quest’anno dello 0,6%, influenzato dalla rischiosità dei prenditori di fondi. Il cosiddetto ‘tasso di decadimento’, relativo al passaggio dei prestiti nelle sofferenze è al 4,8%, “il picco massimo post recessione ’92-’93”, ha ricordato Lusignani. A fine 2016 dovrebbe scendere al 2,6%.
Nel 2015-2016 Prometeia stima che che il credito a famiglie e imprese possa riprendere a crescere ad un ritmo contenuto del 2,2% in media.
(Reuters)