Economia

“Storie Vere, Soldi Falsi”: chi è Charles Ponzi, il genio delle truffe

Il suo nome è legato allo schema truffaldino più diffuso al mondo: parliamo di Charles Ponzi, il primo nella storia conosciuta ad aver dato vita ad una pratica disonesta con cui ha rubato all’epoca, nei primi anni del ‘900, circa 15 milioni di dollari.

La sua vita è protagonista di “Storie Vere, Soldi Falsi”, la serie di Triboo firmata T-Podcast, che racconta il mondo dell’economia e della finanza, un format che esplora il lato oscuro e affascinante sistema delle truffe finanziarie attraverso una prospettiva mai adottata prima.

A raccontare la storia di Ponzi è il doppiatore e attore Francesco Pezzulli, la voce italiana di Leonardo Di Caprio.

Chi è Charles Ponzi

Nato a Lugo, in provincia di Ravenna nel 1882, in una famiglia originariamente benestante ma che al momento della sua nascita, era diventata al limite della povertà. Si dice che Ponzi abbia manifestato presto tendenze criminali, rubando ai genitori e persino ai parroci del paese.

Da giovane frequentò l’Università Sapienza di Roma, dove, a suo dire, non era proprio uno studente modello. Di conseguenza, dopo quattro anni, Ponzi fu costretto a lasciare l’università senza soldi e senza laurea. Durante gli anni dell’università, aveva sentito parlare di altri italiani che erano partiti per l’America per trovare fama e fortuna e decise che quella era l’unica strada che gli rimaneva da percorrere.

Ponzi arrivò a Boston nel novembre 1903. Nella sua autobiografia, The Rise of Mr. Ponzi, afferma di essere partito dall’Italia con 200 dollari, ma di essere arrivato in America con molto meno.

Negli anni successivi, Ponzi riuscì a imparare l’inglese e a svolgere lavori saltuari. Dopo essersi trasferito in diverse città, tra cui Pittsburgh, New York, New Haven, Conn. e Providence, R.I., è finito a Montreal, in Canada, dove ha lavorato come cassiere di banca ma perse il lavoro quando la banca fallì. Tornò al crimine, che lo portò a trascorrere tre anni in prigione in Quebec per contraffazione. Dopo il rilascio, iniziò ad aiutare a contrabbandare immigrati italiani negli Stati Uniti.

Tornato a Boston nel fine settimana del Memorial Day del 1917, Ponzi, ormai 35enne, si innamorò di Rose Gnecco e nel febbraio 1918 si sposarono. Nei mesi successivi, Ponzi svolse diversi lavori,

La truffa

Nel 1919, dopo aver avviato una piccola attività di export-import, Ponzi ricevette una lettera da un’azienda spagnola con la richiesta di un catalogo pubblicitario. All’interno della busta trovò un coupon di risposta internazionale (IRC), un tipo di buono accettato in vari altri Paesi in cambio di francobolli locali. Ponzi si rese subito conto del potenziale guadagno nello sfruttare le differenze di cambio per acquistare IRC in un paese e riscattarli in un altro.

“Il ‘racket’ delle cedole di risposta internazionali mi è caduto in grembo come una mela matura. Non ho dovuto scuotere l’albero per prenderla. Ho semplicemente allungato la mano dove era caduta e l’ho presa. Sembrava buona. Lussuosa. L’ho esaminata alla ricerca di eventuali difetti. Non ne trovai nessuno. Ho dovuto mordere. Non sarei stato umano se non l’avessi fatto”.

Così raccontò nella sua biografia lo stesso Ponzi. A questo punto, Ponzi aveva scoperto una pratica nota come arbitraggio: l’acquisto e la vendita simultanei di un’attività in due mercati diversi. Piccole differenze di prezzo consentono di ottenere un profitto modesto. In questo caso, l’acquisto di IRC in Italia a un prezzo e lo scambio con francobolli a prezzo più alto negli Stati Uniti.

Ma non si fermò qui. Nel 1920, Ponzi fondò una società chiamata Securities Exchange Company, in cui vendeva azioni (cambiali) pubblicizzando un interesse del 50% dopo 90 giorni. I fondi ottenuti dagli investitori dovevano essere utilizzati per acquistare IRC da riscattare negli Stati Uniti.

Invece, Ponzi utilizzò i fondi ottenuti dai nuovi investitori per pagare i vecchi investitori. Lo schema funzionò e nei primi otto mesi del 1920 rastrellò 15 milioni di dollari. Continuò a portare avanti lo schema dicendo agli investitori di aver creato un’elaborata rete di agenti che acquistavano per lui IRC all’estero e che lui poteva riscattare negli Stati Uniti per ottenere un lauto profitto. In realtà, non esisteva un’elaborata rete di acquirenti di cedole; egli utilizzava i nuovi investimenti per pagare i vecchi investitori.

Lo schema Ponzi: cosa significa

Uno schema Ponzi è una truffa di investimento che paga i primi investitori con il denaro sottratto agli investitori successivi per creare l’illusione di grandi profitti. Uno schema Ponzi promette un alto tasso di rendimento con pochi rischi per l’investitore. Si basa sul passaparola, in quanto i nuovi investitori sentono parlare dei grandi guadagni ottenuti dai primi investitori. Inevitabilmente, lo schema crolla quando il flusso di nuovo denaro rallenta, rendendo impossibile mantenere i pagamenti dei presunti profitti.

Uno schema Ponzi è simile a uno schema piramidale in quanto entrambi utilizzano i fondi dei nuovi investitori per pagare i precedenti finanziatori. Uno schema piramidale di solito si basa sulla ricompensa dei primi partecipanti per reclutarne altri, ma crolla quando l’offerta di potenziali partecipanti diminuisce.

Le conseguenze

Nel luglio del 1920, il Boston Post pubblicò un lusinghiero articolo in prima pagina su Ponzi, che stimava il suo patrimonio netto a 8,5 milioni di dollari. Ma iniziarono le prime indagini su Ponzi e finì per essere condannato con l’accusa federale di frode postale e scontò 3 anni e mezzo di carcere. Dopo la libertà vigilata, fu condannato per altre accuse, saltò la cauzione, fu catturato e finì di nuovo in prigione, uscendo nel 1934. A quel punto fu deportato in Italia, suo paese natale, non essendo mai diventato cittadino statunitense. La sua storia in Italia e in Brasile non è ben documentata, anche se si sa che morì il 18 gennaio 1949 in un ospedale di beneficenza a Rio de Janeiro, lasciando solo 75 dollari per pagare la sua sepoltura.

Nell’immaginario comune

La storia di Ponzi si è ripetuta. Nel 2008, Bernard Madoff è stato condannato per aver gestito uno schema Ponzi che falsificava i rapporti di trading per dimostrare che i suoi clienti stavano guadagnando profitti su investimenti inesistenti. Ma Madoff è in buona compagnia.

Tra il 1994 e il 2003, la Mutual Benefits Co. ha truffato 28.000 malati terminali per 1 miliardo di dollari in uno dei più gravi schemi Ponzi di tutti i tempi.

Negli anni 2016-2018, c’è stata la truffa del programma di investimento in criptovalute Bitconnect fino al 2012 con Allen Stanford che ha condotto uno schema Ponzi attraverso la sua Stanford International Bank che ha truffato gli investitori per 7 miliardi di dollari.