Economia

Il Giappone non è più la terza economia al mondo

Il Giappone scivola in recessione. E perde il terzo posto nella classifica delle maggiori economie mondiali a favore della Germania, che si piazza ora alle spalle di  Stati Uniti e Cina.

Giappone scivola inaspettatamente in recessione

A sorpresa, il Giappone è entrato in recessione tecnica, a fronte di consumi interni che continuano a rimanere deboli. Nel periodo tra ottobre e dicembre, il Pil ha registrato una contrazione dello 0,1%, dal -0,7% del trimestre precedente, e ben al di sotto delle aspettative degli analisti, che prevedevano un aumento dello 0,3%.

Su base tendenziale, il Prodotto interno lordo ha subito una flessione dello 0,4% dopo una contrazione del 3,3% del terzo trimestre. Anche in questo caso si tratta di dati sotto le stime del mercato, che puntavano ad una crescita dell’1,4%.

Vale la pena ricordare che l’economia di un Paese entra in recessione quando mostra due trimestri consecutivi di contrazione.

Deboli anche i dati sulla produzione industriale. Nel mese di dicembre 2023 la produzione rettificata stagionalmente, è salita dell’1,4% rispetto al mese precedente ma su anno è scesa dell’1%, stando ai dati pubblicati dal ministero dell’Economia, commercio e industria.

Sul sorpasso pesa la debolezza dello yen

Dietro il sorpasso tedesco, già anticipato mesi fa dal FMI, c’è anche un effetto valuta, nel caso specifico di una debolezza dello yen contro il dollaro. Gli ultimi dati mostrano che, nel 2023, il Pil nominale giapponese (calcolato in dollaro) si aggira intorno ai 4,2  mila miliardi, mentre quello tedesco risulta pari a 4,4 mila miliardi di dollari. Se lo yen dovesse rialzare la testa, il Paese potrebbe dunque riconquistare il terzo posto.

Tuttavia, in termini reali, vale a dire senza l’influenza dell’inflazione, il Pil giapponese ha accelerato lo scorso anno (+1,9%, rispetto all’1% nel 2022), mentre l’economia tedesca si è contratta dello 0,3% secondo i dati ufficiali pubblicati a gennaio.

Nikkei 225 verso i massimi storici

In risposta all’ultimo dato sul PIL, il Nikkei 225 di riferimento è salito dello 0,65% e ha brevemente superato la soglia dei 38.000 nella sessione mattutina (per la prima volta dal 1990), poiché gli investitori hanno visto nella debole lettura del Pil un segno che la Banca del Giappone potrebbe ritardare l’uscita dalla politica dei tassi di interesse negativi da lungo tempo in vigore nel Paese. Il massimo storico del Nikkei 225 ( 38.915,87) era stato raggiunto il 29 dicembre 1989.

La Banca del Giappone ha introdotto i tassi di interesse negativi nel 2016 nel tentativo di stimolare la spesa e gli investimenti.
I tassi negativi rendono lo yen meno attraente per gli investitori globali, motivo per il quale la valore della valuta nipponica si è svalutata.