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PETROLIO IN RIALZO, SELL SUL DOLLARO

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(WSI) – Tassi di interesse: in area Euro i tassi di mercato hanno chiuso la sessione contrastati. Da un lato si è infatti assistito ad un rialzo della parte a breve termine della curva, dall’altro ad un calo della parte a lungo, generando un restringimento dello spread sul 2-10 anni che, dopo essere tornato in negativo durante la sessione, ha chiuso a +1 pb.

La parte a breve rimane sostanzialmente frenata dalle prospettive di tassi fermi Bce mentre invece quella a lungo termine riflette meglio i timori di rallentamento futuro della crescita. I ministri delle Finanze Ue hanno fissato il tasso di cambio a cui l’Euro sostituirà la Corona Slovacca in vista dell’ingresso in area Euro il 1° gennaio 2009. Il ridimensionamento del prezzo del greggio ha favorito un calo delle breakeven inflativo che nel comparto fino a 5 anni sono scese di oltre 20 pb. Oggi l’attenzione è rivolta ai dati finali del Pil del primo trimestre ed all’andamento del prezzo del petrolio. Sul decennale il primo supporto si colloca a 4,38%, il secondo a 4,35%, mentre la resistenza a 4,45%.

Negli Usa tassi di mercato invariati sulla parte decennale ed in sensibile rialzo su quella biennale, sulla scia del forte recupero dei mercati azionari indotto in buona misura dal marcato recupero del comparto finanziario ed automobilistico. A supportare il settore finanziario sono state alcune notizie nel corso della giornata: 1) il supervisore delle agenzie sui mutui (l’Office Federal Housing Enterprise Oversight) ha dichiarato che Fannie Mae e Freddie Mac sarebbero adeguatamente capitalizzate, fugando i timori di una forte sottocapitalizzazione, emersi dopo la pubblicazione di un report di Lehman;

2) le dichiarazioni di Bernanke secondo cui sarebbe possibile l’estensione al 2009 del programma di iniezione di liquidità esteso anche alle banche di investimento a partire dallo scorso metà marzo (c.d. primary dealer credit facility). In questo contesto i mercati azionari hanno poi trovato ulteriore supporto dalla seconda giornata di forte calo del prezzo delle materie prime.

La giornata si è così chiusa confermando la tenuta dell’importante supporto collocato a 1250 in termini di indice S&P500. Gli operatori hanno così ripreso in considerazione l’ipotesi di almeno due rialzi dei tassi della Fed da qui a fine anno, con conseguente forte penalizzazione soprattutto del comparto biennale. Probabilmente vivremo ancora diverse settimane in un clima altalenante in tema di future mosse Fed. In ogni caso il quarto trimestre appare essere quello maggiormente a rischio di ulteriore rallentamento della crescita, al punto che tra i senatori democratici si sta discutendo della possibilità di approvare un ulteriore pacchetto di stimoli fiscali. Il supporto sul decennale rimane a quota 3,85%.

Valute: Dollaro in deprezzamento questa mattina verso Euro dopo la notizia di test missilistici dell’Iran, che avrebbe così dato dimostrazione di essere in grado eventualmente di colpire direttamente Israele. Al momento il principale supporto per il cross passa a 1,5615. Prima resistenza a 1,5750. Yen in lieve deprezzamento verso Euro e Dollaro in linea con il lieve rialzo del listino nipponico. Verso Euro esiste la possibilità di un test a breve del record storico collocato a 169,45. La resistenza intermedia è collocata in area 168,85-169. Primo supporto a 167,15.

Materie prime: terza giornata di ribasso per le materie prime penalizzate dall’apprezzamento del Dollaro e dai timori di rallentamento della domanda globale. Il greggio Wti ha perso più di 5$, mettendo a segno il maggiore declino percentuale da circa 3 mesi. In Dollari si è trattato del ribasso maggiore dal 1991. Questa notte l’Iran ha però annunciato di essere capace di raggiungere Israele con i propri missili.

Tale notizia potrebbe riportare tensioni sui prezzi nella giornata odierna, quando sono attese anche i dati sulle scorte Usa. Giornata negativa per tutti i metalli industriali guidati dall’alluminio (-5%) e dallo zinco (-3,7%). Contrastati i metalli preziosi. Tra gli agricoli in calo il mais (-3,3%) grazie ad attese di miglioramento delle condizioni del raccolto negli Usa. In controtendenza lo zucchero ed il cacao, entrambi con un rialzo dell’1,7%.

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