Società

PARMACRACK, PROCESSO
PER 5 BANCHE

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(WSI) –
«Rinvio a giudizio per cinque istituti di credito». I pm milanesi che indagano sul crac Parmalat, Francesco Greco, Eugenio Fusco e Carlo Nocerino, ieri hanno chiesto il processo per Deutsche Bank, Ubs, Citigroup, Morgan Stanley e la società di gestione del risparmio di Banca Intesa, Nextra. L´accusa, che coinvolge 13 funzionari delle banche, è di aggiotaggio informativo nella vicenda che ha portato al fallimento il gruppo alimentare.

Più in particolare Citigroup è sotto accusa per la cartolarizzazione Archimede, mentre le altre quattro banche sono sul banco degli imputati per aver agito come advisor delle obbligazioni Parmalat, vendute poi sul mercato retail.

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Nel corso della loro requisitoria i magistrati hanno ripercorso l´ultimo anno di vita della Parmalat di Calisto Tanzi, arrivata a capolinea nel dicembre del 2003 con un buco da 14 miliardi di euro, ricostruendone soprattutto le emissioni obbligazionarie. In particolare il pm Fusco ha spiegato, nel corso dell´udienza preliminare, che «Parmalat non è stato solo il crac di una delle più grandi multinazionali europee, ma anche un caso di utilizzo spregiudicato dei corporate bond». Nel solo 2003 vennero emesse obbligazioni per oltre 1 miliardo di euro e alla data del fallimento i debiti sotto forma di bond erano di 7 miliardi, molti dei quali finiti nelle tasche dei piccoli risparmiatori.

«Fu sconcertante – continua Fusco – scoprire che un colosso come Parmalat non riuscisse a far fronte a un bond da 150 milioni». L´udienza proseguirà il prossimo 19 febbraio con l´intervento delle parti civili, mentre le banche inizieranno il 28 febbraio.
Secondo l´accusa, banche e dirigenti non avrebbero predisposto il modello organizzativo adatto a prevenire la commissione del reato di aggiotaggio.

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