Società

MERCATI FINANZIARI: L’ OUTLOOK (4/2/05)

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USA: il tasso di produttività non agricola del quarto trimestre ha evidenziato una variazione trimestrale annualizzata di 0,8%, nettamente al di sotto dell’1,5% atteso. In termini medi annui la crescita del tasso di produttività nel 2004 è stata pari a 4,1% da 4,4% del 2003. Il costo unitario del lavoro è invece cresciuto del 2,3% nel quarto trimestre, il valore più elevato da 2,5 anni. Il timore (sollevato da alcuni esponenti della Fed) è che vi possano essere ripercussioni negative sul costo del lavoro e di conseguenza sul tasso di inflazione.

La Fed in tal caso, secondo la tesi di un parte degli esponenti della Fed, dovrebbe agire in chiave preventiva accelerando il processo di rialzo dei tassi. Gli operatori di conseguenza hanno cominciato maggiormente a focalizzarsi sulla possibilità che il divario dei tassi Euro/Dollaro possa allargarsi, in previsione di una Bce forse ferma per tutto il 2005. L’attenzione pertanto si sta spostando gradualmente verso il differenziale dei tassi favorendo il Dollaro.

Oggi è atteso il discorso di Greenspan sul deficit di partite correnti, un tema particolarmente rilevante per il forex. Il dato sull’Ism dei servizi è risultato in calo a gennaio posizionandosi sul livello minimo dallo scorso settembre. E’ stato piuttosto marcato il ridimensionamento della sottocomponente occupazionale arrivata a quota 52,2, ai minimi dallo scorso luglio.

Si tratta di un elemento di rilievo alla vigilia dei dati sul mercato del lavoro di oggi, che tende a far apparire eccessivamente ottimiste le stime di una variazione dei non farm pay rolls nell’ordine di 200.000 unità.

Europa: la riunione della Bce si è conclusa con un nulla di fatto come nelle attese. L’attenzione si è focalizzata sulla conferenza stampa di Trichet il quale ha confermato che l’inflazione rimane sostanzialmente sotto controllo grazie ad una dinamica salariale favorevole (le attese sono per un rientro entro il 2% entro fine anno), mentre la crescita proseguirà per l’intero anno ma a ritmi contenuti.

Trichet ha poi messo nuovamente l’accento, come già emerso dall’ultimo bollettino pubblicato dalla Bce, sulla liquidità del sistema ribadendo come l’eccesso di moneta, attraverso un aumento dei prezzi del settore immobiliare possa rappresentare un pericolo sulla dinamica inflativa nel medio periodo.

L’affermazione ha generato un calo dei prezzi dei contratti future sull’Euribor, con la curva che entro fine anno sta scontando un rialzo di 50 bps. Continuiamo a ritenere possibile il mantenimento dei tassi invariati sotto l’ipotesi di una crescita debole e di un Euro forte.

A tale proposito ieri Trichet ha dichiarato come le autorità non vedano di buon occhio l’eccessiva forza della valuta unica generando vendite sul cross, che sta scontando anche la conclusione del G7 che inizierà nella giornata odierna. Trichet ha infine effettuato un riferimento alla riforma del patto di stabilità dichiarando che non sono ben accetti annacquamenti del patto e ribadendo come la sola politica monetaria non può essere l’unica cura per rivitalizzare l’economia.

Oggi l’attenzione sarà posta sui prezzi al consumo italiani che dovrebbero mostrare una lieve accelerazione del tendenziale.
Asia-Pacifico: il Nikkei ha ceduto lo 0,25%, guidato in particolare dal settore bancario. A spingere il ribasso dei bancari ha contribuito la notizia diffusa da un quotidiano secondo cui Sumitomo Mitsui Financial Group potrebbe registrare forti perdite a causa dell’ammontare di bad loans.

Il timore degli investitori è che questo tipo di problemi possa interessare anche altre banche. Dal lato macro il leading indicator relativo al mese di dicembre è risultato pari a 40 in lieve miglioramento dal 36,4 di dicembre. L’indice per la quarta volta consecutiva si è mantenuto sotto la soglia dei 50.

Commodity: scendono le quotazioni dell’oro dopo che la rivalutazione del dollaro ha diminuito l’attrazione per il metallo. Sul calo contribuiscono anche le dichiarazioni del cancelliere Uk Brown ha manifestato la speranza che durante l’incontro del G-7 che ha inizio oggi, venga discusso di una possibile rivalutazione delle riserve d’oro del Fmi. La rivalutazione permetterebbe all’organizzazione di cancellare alcuni debiti o sospendere alcuni pagamenti in Africa.

A cura di A. Cesarano (Responsabile desk Market Research), L. Lorenzoni (Economista), C.Pace (Research Assistant)