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Ne servono 100.000 e giovani, l’editoriale di maggio 2025 di Wall Street Italia

La fotografia che ci regala Excellence dell’amico Maurizio Primanni ci aiuta a riflettere non poco su quello che accade al mondo della consulenza finanziaria. Nel corso dell’ultimo convegno che abbiamo realizzato sul Valore di tale professione svoltosi a febbraio scorso, l’unico argomento su cui si sono trovati d’accordo tutti i direttori commerciali delle reti presenti sul palco era legato alla necessità di avere un numero adeguato di professionisti del risparmio capaci di rispondere con sempre più competenza alle mutevoli esigenze dei cittadini italiani.

L’età media dei consulenti finanziari italiani è di circa 52 anni. Un dato che, letto superficialmente, potrebbe sembrare indice di esperienza, maturità, affidabilità. E in parte lo è. Ma se guardiamo più a fondo, questo numero racconta anche un’urgenza, una mancanza, un rischio.

Il mondo della consulenza finanziaria sta invecchiando. E mentre i professionisti che oggi guidano il settore si avvicinano alla pensione, le nuove generazioni tardano ad affacciarsi a questa professione, spesso perché poco conosciuta, sottovalutata o confusa con altri ruoli del mondo bancario.

Intanto, la domanda di consulenza da parte delle famiglie italiane cresce. In un contesto economico incerto, con tassi altalenanti, inflazione e una crescente complessità nella gestione del risparmio, i cittadini hanno sempre più bisogno di essere accompagnati da professionisti competenti e aggiornati. Secondo le stime, servirebbero subito 30.000 nuovi consulenti finanziari e 100.000 nei prossimi anni per soddisfare in modo adeguato le esigenze delle famiglie italiane.

Non si tratta solo di numeri: si tratta di costruire una rete capillare, diffusa, capace di parlare il linguaggio di tutte le generazioni, soprattutto quelle più giovani, oggi prive di un riferimento solido in ambito finanziario. Il rischio è doppio: da un lato, un progressivo svuotamento del settore per cause anagrafiche; dall’altro, milioni di risparmiatori lasciati senza una guida, esposti a scelte sbagliate, emotive o peggio ancora, speculative.

Ringiovanire la categoria non è solo una necessità: è una strategia per il futuro. Occorre attrarre talenti, investire nella formazione, raccontare la bellezza e l’importanza di una professione che può davvero fare la differenza nella vita delle persone. Un consulente non è solo un tecnico: è un alleato, un educatore, un punto fermo.
L’Italia ha bisogno di nuova energia, nuove competenze, nuovi volti nel mondo della consulenza. Non possiamo permetterci di aspettare.

L’articolo integrale è stato pubblicato sul numero di maggio 2025 del magazine Wall Street Italia. Clicca qui per abbonarti.