Il titolo del sito di commercio elettronico Lastminute esordisce alla grande alla Borsa di Londra e altri due giovani britannici fanno il loro ingresso a grandi falcate nel circolo dei ‘milionari del dotcom’.
La 27/enne Martha Lane Fox e il 31/enne Brent Hoberman hanno visto le azioni della società da loro fondata nell’ottobre 1998 guadagnare stamani al mercato grigio (ovvero negli scambi tra
gli investitori istituzionali) il 40%: successo che assicura a Lastminute un valore superiore a 800 milioni di sterline, circa 2420 miliardi.
Anche se il debutto vero e proprio sulla piazza di Londra e al mercato americano delle nuove tecnologie Nasdaq avverrà solo il prossimo martedì, per gli ideatori di questo sito
specializzato in vendita via Internet, all’ultimo momento e a prezzo stracciato di biglietti aerei, spettacoli, notti in albergo e cene ai ristoranti é già il tempo di festeggiare.
Secondo i primi calcoli, la quota complessiva del 20,1% della società che i due possiedono permetterà a Martha di ricavare dall’operazione Borsa 60 milioni di sterline (circa 182 miliardi
di lire) mentre il suo socio ne otterrà ben 91 milioni (273 miliardi di lire). Una nuova stella di Internet è insomma riuscita a conquistare un posto nella galassia del mercato azionario, forte dei suoi 800mila utenti in tutta Europa e, da
oggi, di un titolo che viaggia a quota 5,11 sterline.
Se Lane Fox e Hoberman ridono, gli investitori privati alla ricerca di fortune grazie alla
quotazione di Lastminute sono per ora costretti a accontentersi di profitti molto modesti.
L’eccessiva domanda ha fatto sì che ogni investitore ottenesse solo una piccola parte e non è andata meglio nemmeno a 189mila utenti registrati del sito che si sono visti assegnare
35 azioni ciascuno.
L’esordio con fuochi di artificio di Lastminute era stato largamente previsto dagli analisti della City molti dei quali tuttavia mantengono i loro dubbi su quella che definiscono “la bolla speculativa dell’Internet”.
Riguardo al caso specifico di questo sito di commercio elettronico c’è poi chi fa notare che solo una minima parte degli abbonati conclude acquisti ‘on line’ tanto che Lastminute,
dopo un anno e mezzo di vita, stenta ancora a produrre un penny di profitti.