Lavoro, parte il confronto governo-parti sociali

ROMA (WSI) – Il governo gioca la vera partita per rilanciare l’occupazione sul campo europeo, con il premier Enrico Letta che cerca sponde a Bruxelles, ma nel frattempo si confronta in casa con le parti sociali per varare un pacchetto di modifiche alla legge Fornero che sia d’aiuto in tempi di crisi.

Oggi pomeriggio il ministro del Welfare Enrico Giovannini riceverà per la prima volta dal suo insediamento i rappresentanti di sindacati e imprese – assenti i big di Cgil, Cisl e Uil – per uno scambio di vedute sulle proposte avanzate in queste settimane. Si tratta di un primo abboccamento che difficilmente si tradurrà in un provvedimento già al Consiglio dei ministri di questa settimana.

Mancherà anche il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, impegnato nell’assemblea privata dei soci, in vista di quella pubblica di domattina. Sul pacchetto giovani, l’idea di fondo è quella di ridurre, in via transitoria, lo stacco tra un contratto a termine e l’altro, prima che scatti l’obbligo di assunzione, a 20 giorni per i contratti di 6 mesi (dai 60 della legge Fornero) e a 30 per quelli oltre i sei mesi (da 90). Possibile anche che si superi l’aumento di contributi dell’1,4% per i contratti a tempo destinati a finanziare l’Aspi. Giovannini ha anche parlato di una staffetta anziani-giovani per aumentare l’occupazione, ma ha avvisato che si tratta di una misura costosa e forse non gradita alle famiglie nell’attuale momento di crisi.

Per gli interventi più incisivi, l’Italia aspetta la fine della procedura di infrazione per deficit eccessivo a fine mese – che consentirà di avere accesso a cofinanziamenti europei per 10-12 miliardi tra il 2013 e il 2015 che il governo vorrebbe destinare non solo al finanziamento di investimenti produttivi ma anche alle politiche per il lavoro – e il Consiglio Ue di giugno sulla youth guarantee che ammonta in totale a 6 miliardi dal 2014 al 2020.

Ma nell’incontro di oggi tra governo e parti sociali, si parlerà anche del problema degli esodati e dell’uscita anticipata dal lavoro a 62 anni con penalizzazioni entro la fine del 2013. Sul primo punto, Giovannini, ha annunciato la chiusura definitiva del problema sorto all’indomani della riforma pensioni Fornero, entro la fine del 2013, prevedendo anche un allargamento della platea di lavoratori rimasti senza stipendio e senza pensione da ammettere al beneficio della salvaguardia. La cifra di cui si parla si aggira sulle 20-25mila persone.

Per quanto riguarda l’uscita anticipata dal lavoro per l’accesso alla pensione. Se per effetto della riforma pensioni Fornero, oggi si può accedere alla pensione di vecchiaia ai 66-67 anni, il Governo Letta pensa di anticipare l’accesso alla pensione, riducendo l’età anagrafica, ma con delle penalità.