(Teleborsa) – Il 2009. Anno di crisi per l’economia mondiale e di rigore per le famiglie italiane. Lo confermano i dati pubblicati oggi dall’Istat, che rilevano un deciso rallentamento dei consumi delle famiglie nell’anno più buio dal dopoguerra. L’indagine condotta su un campione di circa 23 mila famiglie evidenzia che la spesa media mensile ha registrato una frenata dell’1,7% a 2.442 euro a valori correnti. Incorporando anche gli effetti dell’inflazione del fitto figurativo (che equipoara le famiglie proprietarie di casa a quelle che vivono in affitto), il calo sarebbe sensibilmente maggiore. La contrazione della spesa per consumi appare particolarmente evidente tra le famiglie con livelli di spesa medio-alti. Italiani a dieta rigorosa. La riduzione della spesa nell’alimentare si aggiura attorno al 3% a 461 euro al mese, ma a soffrirne è soprattutto la quantità rispetto alla qualità. Colpiti quasi tutti i prodotti alimentari, da pasta e pane a frutta e ortaggi, per non dimenticare le bevande. La spesa non alimentare risulta stabile a livello nazionale e pari a 1.981 euro mensili. I rispèarmi maggiori colpiscono i servizi sanitari, i tabacchi e le comunicazioni. Ma l’inclemenza dell’inverno non aiuta le famiglie italiane. La spesa per combustibili ed energia infatti non evidenzia una diminuzione a causa di un periodo invernale particolarmente lungo e rigido. Nel 2009, la spesa mensile per generi alimentari e bevande rappresenta, in media, il 18,9% della spesa totale. La spesa per l’acquisto di carne si conferma la più alta tra le spese alimentari (105 euro al mese) e continua a rappresentare il 4,3% della spesa totale. Aumentano gli acquisti presso gli hard-discount, ma il supermercato si conferma il luogo di acquisto prevalente. Nel Mezzogiorno, invece, la maggioranza famiglie continua ad acquistare presso il negozio tradizionale, con percentuali decisamente superiori alla media per tutti i beni (pane, pasta, carne, pesce, frutta e ortaggi). All’abitazione viene ormai destinato oltre 1/3 della spesa totale. In aumento risulta anche la quota relativa alle spese per altri beni e servizi; in particolare, aumenta la spesa per onorari di professionisti e per pasti fuori casa.
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