Società

Italia e Svizzera firmano la fine del segreto bancario

Questa notizia è stata scritta più di un anno fa old news

GINEVRA (WSI) – Dopo anni di trattive Svizzera e Italia hanno sancito la fine del segreto bancario che secondo le previsioni del governo dovrebbe permettere di fare rientrare “miliardi di euro” allo Stato.

La consigliera federale Eveline Widmer-Schlumpf e il ministro delle Finanze Pier Carlo Padoan hanno firmato un Protocollo che modifica la Convenzione per evitare le doppie imposizioni e una roadmap per la prosecuzione del dialogo sulle questioni finanziarie e fiscali.

L’intesa di Milano facilita la voluntary disclosure da parte dei cittadini italiani che hanno conti correnti in Svizzera, dove è parcheggiato un terzo della ricchezza offshore mondiale, e permette all’Agenzia delle Entrate di avere informazioni anche su un singolo contribuente.

L’accordo migliora le relazioni in ambito finanziario e fiscale tra la Svizzera e l’Italia dopo le controversie durate diversi anni e semplifica la regolarizzazione di averi non dichiarati prima dell’introduzione dello scambio automatico di informazioni.

La Convenzione per evitare le doppie imposizioni (CDI) tra Svizzera e Italia verrà completata da un Protocollo che riprende lo standard dell’OCSE per lo scambio di informazioni su domanda. Il Protocollo sarà applicabile per fattispecie avvenute a partire da oggi e sarà sottoposto all’approvazione delle Camere federali elvetiche e facoltitavimente a un referendum popolare nello Stato oltralpe.

Una volta ratificato il protocollo anche in Italia, le autorità fiscali potranno richiedere alla Svizzera informazioni, ivi comprese “richieste di gruppo”, anche su elementi riconducibili al periodo di tempo decorrente dalla data della firma, quindi da oggi.

È anche grazie al segreto bancario che la Svizzera ha potuto attirare miliardi di capitali da tutto il mondo e trasformarsi così nella terza piazza finanziaria dopo Stati Uniti e Regno Unito. Secondo le stime a disposizione circa il 90% di questi capitali sono arrivati in Svizzera illegalmente, cioè aggirando le leggi fiscali sulle esportazioni di capitali.

(DaC)