Lo storico accordo di cui da mesi si vocifera alla borsa di Milano, finalmente e’ stato raggiunto.
La General Motors, ”numero uno” tra le case auto americane, e maggiore azienda manifatturiera del mondo, dovrebbe rilevare il 20% di Fiat Auto, e contemporaneamente la Fiat Holding acquisterebbe una quota di poco superiore al 5% del colosso di Detroit.
I titoli del gruppo Fiat dovrebbero essere oggi sospesi dalle contrattazioni a Piazza Affari, visto che le due aziende automobilistiche devono ancora formalizzare l’annuncio. Il mercato si attende una decisione in questo senso da parte della Consob.
Paolo Fresco e Paolo Cantarella (in stretto contatto con il presidente d’onore Gianni
Agnelli) hanno condotto le trattive per la casa torinese, mentre Richard Wagoner era alla testa del team General
Motors. Le due controparti hanno raggiunto l’intesa di massima e l’hanno sottoscritta domenica in un grande albergo di Milano.
I due gruppi, sul piano industriale, daranno vita a due nuove società paritetiche in due settori
strategici: componentistica e motoristica.
Lunedi’ pomeriggio l’intesa preliminare verrà presentata al
consiglio di amministrazione della Fiat, che si riunira’ al Lingotto sotto la presidenza di Gianni Agnelli.
Secondo quanto e’ stato scritto ieri, la General Motors avrebbe valutato in 12 miliardi di dollari (cioe’ circa 24 mila
miliardi di lire) la Fiat Auto (una cifra praticamente pari alla capitalizzazione dell’intero gruppo, sul quale l’auto pesa
per poco meno del 50%). Secondo altre fonti Fiat auto invece per gli americani varrebbe di piu’.
La Gm comunque secondo la prima ipotesi rileverebbe il 20% della Fiat Auto per 4.800 miliardi di lire e, in cambio, Fiat Holding otterrebbe un
pacchetto pari a circa il 5% della stessa Gm (digitare GM, su QUOTAZIONI INTERATTIVE, verificando anche price/earnings e grafici del titolo al New York Stock Exchange).
Il Lingotto – secondo il Corriere della Sera (che fa capo al gruppo Fiat ed e’ quindi una fonte attendibile) si ”riserverebbe il diritto, ma non l’obbligo, di
cedere eventualmente in futuro altre quote, anche fino a un ulteriore 30%”.
”Non è escluso – ha scritto il Corriere – in questo
quadro, un qualche ruolo presente o futuro del braccio europeo di Gm, vale a dire Opel, secondo lo
schema che era stato studiato anni fa tra Fiat e Ford Europe, quando i due gruppi arrivarono molto vicini al
matrimonio”.