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Fed alza tassi, sui massimi da 22 anni

La Federal Reserve (Fed) ha alzato all’unanimità i tassi di interesse di 25 punti base, portandoli tra il 5,25% e il 5,50% (si tratta del livello più alto degli ultimi 22 anni). Una decisione che arriva dopo la pausa di giugno (arrivata dopo il decimo rialzo da marzo 2022) e con una chiara indicazione da parte del presidente Jerome Powell. “Continueremo ad adottare un approccio data dependent“, ha dichiarato il numero uno della Fed nel corso della conferenza stampa odierna, aggiungendo “faremo attente valutazioni, meeting dopo meeting“.

Fed alza tassi: il comunicato ufficiale

Il comunicato ufficiale diffuso oggi alle 20 dal Fomc, il braccio operativo della Fed, inizia così: “I recenti indicatori suggeriscono che l’attività economica si sta espandendo a un ritmo moderato. Negli ultimi mesi la crescita dei posti di lavoro è stata robusta e il tasso di disoccupazione è rimasto basso. L’inflazione rimane elevata”.

Nello Statement la Fed ha mantenuto l’indicazione secondo cui un ulteriore rafforzamento della politica monetaria “potrebbe essere appropriato”.

“Il Comitato continuerà a valutare ulteriori informazioni e le relative implicazioni per la politica monetaria. Nel determinare l’entità di un ulteriore rafforzamento della politica monetaria che potrebbe essere appropriato per riportare l’inflazione al 2% nel tempo, il Comitato terrà conto dell’inasprimento cumulativo della politica monetaria, dei ritardi con cui la politica monetaria influisce sull’attività economica e sull’inflazione, e della politica economica e finanziaria sviluppi”. “Inoltre, aggiunge la nota, continuerà a ridurre le sue partecipazioni in titoli del Tesoro e titoli di debito e garantiti da ipoteca dalle agenzie, come descritto nei suoi piani precedentemente annunciati. Il Comitato è fortemente impegnato a riportare l’inflazione al suo obiettivo del 2%”.

I commenti

“Mentre l’inflazione sembra scivolare verso l’obiettivo, Powell non corre rischi. La FED ha appena effettuato un rialzo di 25 punti base, mantenendo la sua retorica sulla dipendenza dai dati e cercando di rendere la riunione di settembre viva, con la possibilità che questo non sia l’ultimo rialzo”, ha commentato Gordon Shannon, portfolio manager di TwentyFour Asset Management. E aggiunge: “La Federal Reserve sta valutando le argomentazioni secondo cui gli impatti ritardati dei precedenti rialzi si stanno ancora trasmettendo all’economia, mentre osserva attentamente i segnali di restrizione del credito da parte delle banche”.
“La Fed ha mantenuto il suo orientamento hawkish, suggerendo nel corso della conferenza stampa che la mentalità resta concentrata sull’assicurare che l’inflazione torni all’obiettivo di sostenibilità anche se si corre il rischio di una recessione”, hanno sottolineato gli esperti di ING indicando che “al momento della riunione del FOMC del 20 settembre saranno stati diffusi altri due rapporti sull’occupazione e sull’inflazione, ma anche un aggiornamento dettagliato sui prestiti bancari”.

Appuntamento Jackson Hole a fine agosto

Prima della riunione di settembre, ci sarà un altro appuntamento per intercettare spunti utili sul possibile sentiero di politica monetaria della Fed. Si tratta della conferenza a Jackson Hole in calendario il 24-26 agosto. Si tratta dell’appuntamento annuale che vede la presenza dei grandi banchieri centrali, ospitata nella valle del Wyoming.