Economia

Coronavirus, parola d’ordine: reagire

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di Davide Possi, managing director di Piramis Group

In questi giorni spesso mi sento rivolgere la domanda da più parti: “Davide, come imprenditore, sei preoccupato degli effetti economici sulla tua azienda?”

La mia risposta è prima come uomo che come imprenditore. Siamo in un momento di grande incertezza dovuto, a mio avviso, anche alle strategie di comunicazione, talvolta contraddittorie, che sono state utilizzate dai media e dai social. Messaggi iniziali allarmanti che riportavano in tempo reale il numero di contagiati e decessi, seguiti dopo qualche giorno da messaggi tranquillizzanti che invitavano a vivere il virus come una normale influenza stagionale spostando l’attenzione sul numero dei guariti, per ritornare negli ultimi giorni a messaggi fortemente preoccupanti e misure sempre più drastiche adottate per arginare i contagi.

Stiamo evidentemente combattendo con un nemico invisibile che sta stravolgendo le nostre vite personali e professionali.

Niente è più contagioso come la paura, e la paura è generata principalmente proprio da questa incertezza; incertezza verso una situazione potenzialmente pericolosa, che genera molte delle emozioni che ognuno di noi sta vivendo in questo periodo. L’essere umano ha bisogno di prospettiva, quindi di sicurezza.

Siamo di fronte ad un cambiamento radicale anche dei nostri comportamenti quotidiani e delle nostre abitudini relazionali, con familiari, amici, colleghi.

Dovremmo impegnarci per fare in modo che la psicosi di massa non crei danni maggiori di quelli che concretamente potrà fare il virus.

Nessuno di noi può realmente sapere ciò che accadrà nel breve e medio periodo, i dati potrebbero cambiare in positivo, come tutti ci auguriamo, o in negativo, ed è quindi difficile valutare l’impatto economico generale.

Noi imprenditori siamo davanti ad uno scenario nuovo, inaspettato, che non possiamo certamente modificare ma che, a mio avviso, non possiamo assolutamente permetterci di subire, aspettando gli eventi. Mi auguro che al più presto arrivino azioni ancora più concrete da parte delle istituzioni perché non si può lasciare questa responsabilità solo all’imprenditore. Intanto il mio motto è, senza nessun dubbio, REAGIRE.

Reagire mettendo in campo, ognuno nella propria azienda e nel proprio business, tutte le misure necessarie, da un lato per la tutela e la sicurezza sul lavoro delle proprie persone ancora di più che nel passato, e dall’altro per minimizzare l’impatto economico.

La mia azienda da quasi 20 anni opera nel campo delle telecomunicazioni a livello nazionale, con circa 1000 collaboratori e 60 sedi tra uffici e negozi, quindi il “rischio” è teoricamente molto alto.
Ma sono convinto, e al momento i dati mi danno ragione, che con le giuste precauzioni, alcune dettate dalle misure messe in atto dalle istituzioni, altre dettate dal semplice buonsenso, si possano svolgere, anche se con modalità diverse, la maggior parte delle consuete attività.

Tra le modalità diverse c’è lo smart working. Da anni forniamo ai nostri clienti soluzioni per poter lavorare “agilmente” in smart working e le richieste in questi giorni si sono chiaramente moltiplicate. Utilizzato nella mia azienda già in tempi non sospetti, in queste settimane quasi la totalità dei dipendenti è passata dallo smart working di qualche giorno a settimana, a lavorare da casa per il 100% del tempo.
Inoltre stiamo formando i nostri commerciali, con webinar dedicati, su modalità di vendita e consulenza in videocall attraverso strumenti avanzati come google meet, così da dare continuità all’attività, senza necessariamente recarsi fisicamente presso la sede dei clienti.

L’emergenza potrebbe portare ad un positivo cambiamento culturale anche per aziende e imprenditori restii a modificare il loro modello organizzativo, ed approcciarsi a modalità di lavoro che hanno enormi benefici su dipendenti e azienda, scoprendo un modo diverso di vivere il lavoro e di conciliarlo con la vita privata.

Per concludere, ho fiducia nel fatto che ne usciremo vincenti. Vincenti come persone perché ci contageremo positivamente con l’ottimismo; vincenti come imprenditori perché gli imprevisti di percorso vanno affrontati e superati, e vincenti come italiani perché il nostro meraviglioso Paese si riprenderà da questo momento di difficoltà.