Editoriali

Con Omicron la pandemia potrebbe essere agli sgoccioli

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LA PSICOSI DEL TAMPONE. Le file davanti alle farmacie stanno diventando una specie di pellegrinaggio. Un pellegrinaggio privo di speranze. E’ un pellegrinaggio che ha perduto i suoi punti di riferimento, le sue icone, le sue immagini sacre. Nunzio? Anche tu? Emanuela? Sì, mia figlia e poi chissà chi altri ancora. C’è stata una festa per un compleanno di 18 anni. Risultano tuti positivi. “Papà – mi dice Chiara – sono diventati tutti positivi. E poi Maurizio, Luca e Giuseppe e chi altri ancora, mi dicono di Marianna.

HO PRESO IL COVID ED HO FATTO IL VACCINO. Mi guardo allo specchio. Ho l’aria stanca. Il Covid è venuto a bussare alla mia porta proprio la domenica delle Palme. Mi ha fatto compagnia fin quasi alla fine del mese di marzo. Ne sono passati nove da allora. Mi ha costretto ad una lunga clausura solitaria. Ho riscoperto tante cose che avevo perso, ma ne ho perse molte altre. Passata la copertura da malattia ho fatto anche il vaccino. Il Green Pass Super è a posto. Resta comunque un sapore di fondo che negativizza e che ti fa sentire sempre in bilico. Questa è una malattia che ti prende nell’anima.

MA E’ VERO CHE STAREBBE PER FINIRE? Mi chiama Angelo. E’ il mio sindaco. Il sindaco di Castel di Sangro. Castel di Sangro è il Paese con numeri altissimi di vaccinati. “Sei sicuro di quello che hai scritto stamattina – mi chiede – il tuo articolo è una botta di speranza enorme per tutti. Anche se non fosse vero avresti fatto comunque bene a scriverlo”.

ALLA RICERCA DELLA VERITA. Gli spiego che scrivo sempre di ciò in cui credo. E credo che se tanti studiosi in tutto il Mondo stanno dicendo la stessa cosa forse questa rischia d’essere vera. La Pandemia sta per finire? Io ci credo. Tuttavia questo non significa che passerà di colpo. Non succede così. Non apriremo il balcone domattina buttando la mascherina ed urlando ai quattro venti la nostra gioia.

Non sarà così.

I MINIMI DEI MERCATI FINANZIARI. Ripenso al 9 marzo del 2009. Per me che faccio economia rappresenta una data importante. Molti di voi non sanno neanche di che si tratta. Ma in quel giorno i mercati, dopo il fallimento di Lehman Brothers, toccarono i minimi e ripartirono per una corsa che è ancora in corso. Ma noi ce ne siamo accorti solo dopo l’estate. In realtà quando ci accorgeremo che le cose saranno cambiate davvero?

Quando saremo fuori dall’occhio del ciclone. Quando il ciclone avrà scaricato la sua forza potremo guardarci indietro ed osservare i danni che ha fatto. Ma in realtà proprio mentre vorticava attorno al suo occhio, il ciclone aveva già imboccato la strada verso la sua fine. Ma quando il ciclone sta esaurendo la sua energia è ancora tanto pericoloso.Per evitare di avere difficoltà bisogna proteggersi, bisogna stare attenti. Farsi male quando il pericolo sta per passare potrebbe essere un rammarico troppo grande da sopportare.

ATTENTI, ACCORTI E PREPARATI, NON TERRORIZZATI. Ora è arrivato davvero il momento di dire basta ad un’ informazione che terrorizza le persone non spiegando quello che sta accadendo. Basta con virologi da tv show e politici iper-connessi e straordinariamente social. Oggi abbiamo bisogno di serietà e di guide. Di Leader affidabili e riconoscibili.

COSA VARREBBE LA PENA DI COMUNICARE. Anche ieri l’unico numero che è stato sparato a caratteri cubitali sui titoli dei siti Internet, di molti giornali italiani, oltre che nei telegiornali è quello dei contagiati.

78.313

certo siamo a livelli record. Ma quel numero non racconta più quello che sta accadendo, quel numero non racconta più la situazione del sistema sanitario, quel numero non racconta più con che malattia ci stiamo confrontando. Bisognerebbe prendere atto di una cosa, con questi numeri di contagiati quotidiani, se la malattia avesse avuto la stessa gravità dello scorso anno, staremmo con i morti per strada… Ed invece non è così. Sarebbe interessante avere degli spaccati più efficaci per la comprensione dell’andamento pandemico.

1) Degli ospedalizzati, ad esempio, quanti hanno situazioni difficili da gestire e quanti no.

2) Quale è il tempo medio di ricovero;

3) Quanti di quelli che si trovano nelle condizioni di ospedalizzazione sono vaccinati o meno;

Anzi a guardare i numeri, se proprio volessimo dare delle informazioni corrette:

RT IN CALO NEGLI ULTIMI TRE GIORNI Dovremmo dire che l’indice di trasmissibilità della malattia sta già scendendo passando

dall’11,1% dell’altro giorno, il 26 dicembre, all’ 8,9% del 27 ed arrivando al 7,6% di ieri.

Insomma le cose sembrano migliorare, non peggiorare.

Questi tre dati andrebbero raccontati in maniera semplice:

il 26 un milione di tamponi avrebbe prodotto 110mila contagiati

il 27 un milione di tamponi ne avrebbe prodotti 89mila

il 28 (ieri) un milione di tamponi avrebbe prodotto 76mila contagiati (in realtà sono di più perchè hanno fatto più tamponi

Insomma l’unico elemento discriminante è relativo al numero dei tamponi, più se ne fanno, più ne trovano. Non aveva torto ieri Zaia affermando che la sua Regione ha più contagiati solo perché si fanno più tamponi che in altre.

E tutti stanno aspettando la fatidica soglia dei 100 mila contagiati in un giorno per rendere ancor più pingue il titolo della propria testata.

Ma questi menagramo della Pandemia potrebbero rimanere delusi. Infatti se solo il Natale non avesse bloccato la proliferazione di tamponi per almeno un paio di giorni, quella soglia l’avremmo già registrata. Oggi, invece, che il trend si sta invertendo, potrebbe non tornare più a picchi così alti. Ma intanto sarebbe utile cominciare a parlare con più cognizione di causa e con maggior capacità divulgatoria a cosa possono andare incontro le persone.

Quello che invece andrebbe raccontato, come stiamo facendo noi da qualche giorno, producendo dati su dati e ricerche su ricerche è che la malattia sta cambiando radicalmente volto. Per nostra fortuna è più mite di quanto non fosse prima.

Ieri mattina vi abbiamo raccontato con dovizia di particolari cosa sta accadendo in SudAfrica, è perché siamo d’accordo con tutti i medici che parlano di ultima fase di attività fa Covid_19. Adesso vi riportiamo un’ulteriore ricerca presentata proprio pochi minuti fa.

Da Bloomberg scrivono che: La variante Omicron che sta prendendo d’assalto il mondo non è “la stessa malattia che stavamo vedendo un anno fa”. La dichiarazione è dell’immunologo John Bell, professore regio di medicina a Oxford, nel programma Today di BBC Radio 4.

“Le scene orribili che abbiamo visto un anno fa – le unità di terapia intensiva piene, molte persone che muoiono prematuramente – questa è ora storia a mio avviso, e penso che dovremmo essere rassicurati sul fatto che è probabile che continui”, ha detto Bell.

Ma notizie su questa e sulla nostra linea di pensiero arrivano anche da altri Virologi, molti di questi italiani. Su tutti Arnaldo Caruso, presidente della Società italiana di virologia, al virus non gli conviene più eliminare l’ospite, bensì conviverci. Potrebbe essere, infatti, l’inizio della fase attesa dalla comunità scientifica di tutto il mondo: una relazione pacifica tra uomo e Coronavirus. Omicron potrebbe essere l’adattamento del Covid_19 che aspettavamo”.

CONVIENE A NOI CONVIENE AL VIRUS – sottolinea l’esperto, ordinario di microbiologia e microbiologia clinica all’università di Brescia e direttore del Laboratorio di microbiologia Ospedali Civili – Ammesso che abbia un’intelligenza, al virus conviene infatti non eliminare l’ospite comportandosi in maniera aggressiva, ma più conviverci”, diventare più bravo a infettarlo e sfruttarne l’organismo per moltiplicarsi e continuare a circolare.

“Più dà pochi sintomi o addirittura nessun sintomo – puntualizza Caruso – più un virus ha la possibilità di trasmettersi, di continuare la sua corsa e di prevalere nella sua forma più contagiosa, più veloce ma più mite, su tutte le altre varianti”.

Sulla variante Omicron, la pensa allo stesso modoil prof. Massimo Ciccozzi, direttore dell’unità epidemiologica all’Università Campus Biomedico di Roma,

“È una variante che raccoglie sulla proteina spike quasi tutte le mutazioni delle altre singole varianti che abbiamo imparato a conoscere – ha affermato – Probabilmente in Sud Africa ha incontrato persone molto immunocompromesse e ha fatto un’evoluzione nell’ospite. “Se questo fosse vero sarebbe un primo passo verso l’adattamento del virus a noi, per cercare un equilibrio con il nostro sistema immunitario, è questa l’evoluzione naturale del virus. Può darsi che ci vorranno mesi o anni per risolvere questa pandemia, ma dipende molto anche da noi, se ci vacciniamo, se portiamo le mascherine, il virus circola meno, meno circola e meno mutazioni fa”.

ATTENZIONE A NON ABBASSARE LA GUARDIA. A ipotizzare che i vaccini non servano più, che le mascherine non servano più, pensando che sia tutto finito. Non dimenticate che siamo nell’occhio del ciclone e che con questi numeri di diffusione tante persone deboli, tanti non vaccinati entreranno a contatto con il virus che per molti, purtroppo, sarà ancora fatale. Proprio ora chi può difendersi è bene che lo faccia”.