SHANGHAI (WSI) – In Cina le Borse continuano ad attraversare un periodo di grandi sbalzi. Oggi chiudono in rosso di ben il 5-6%. A Shanghai il selloff si è intensificato nel pomeriggio, innervosendo anche gli investitori d’Europa. L’indice composito ha chiuso in calo del 5,48%, Shenzen del -6,1% e il Chinext del 6,1%. Il paniere CSI300 ha visto una flessione del 5,38%.
A Pechino i gruppi di brokeraggio accusano pesanti ribassi anche a doppia cifra: le autorità di regolamentazione cinesi hanno lanciato una serie di inchieste per presunte violazioni delle leggi di trading. Altrove nella regione hanno chiuso in rosso anche gli indici ASX, Nikkei (Giappone) e Kospi (Corea del Sud).
Tra le società coinvolte figurano Citic Securities, Founder Securities e China Merchants, i cui titoli hanno accusato ribassi del -10,1, -10 e -9,98%. Sotto la lente della Consob cinese ci sono attività di speculazione e vendite allo scoperto.
Citic ha annunciato oggi di aver ricevuto l’ingiunzione formale da parte della China Securities Regulatory Commission, con l’accusa di aver violato le leggi di regolamentazione dei mercati. Anche i titoli di Guosen hanno pagato dazio, chiudendo in ribasso del 10%.
Secondo quanto riportato da Reuters, anche Haitong Securities, le cui azioni sono state sospese per eccesso di ribasso, è stata messa sotto indagine dalla CSRC, sempre per presunta violazione delle leggi che regolano le attività di trading. Già a inizio anno l’azienda era finita nei guai per aver violato tali normi, e aveva dovuto sborsare una multa salata di 86 milioni di yuan (pari a 13,5 milioni di dollari).
Il tutto mentre l’economia seconda al mondo arranca. Un altro fattore che ha gravato sui corsi azionari è stato un altro dato macro deludente pubblicato, solo l’ultimo in ordine di tempo di una lunga serie. I ricavi del settore industriale cinese sono calati del 4,6% anno su anno in ottobre.