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Borsa Milano giù, più fiacca del resto d’Europa

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MILANO (WSI) – Piazza Affari chiude le contrattazioni in ribasso, con una perdita comunque moderata di -0,10% in area 18.822 punti. Sul listino Ftse MIB attenzione a Fiat, non solo per la valutazione di Chrysler, da parte delle banche, a $10 miliardi per lo sbarco a Wall Street, ma anche per alcune indiscrezioni di mercato, che si succedono nelle ultime ore. Performance positiva per il titolo.

A dimostrazione della calma piatta su mercati ormai manipolati, la volatilità è scesa ai minimi di sette anni. “È una Borsa veramente piatta, come del resto nelle ultime settimane. C’è poca attività, come se il mercato dovesse a un certo punto strappare o verso l’alto o verso il basso, si aspetta per capire che direzione prenderà”, è stato il resconto di un operatore contattato da Reuters. L’indice di volatilità dell’Euro STOXX 50 ha ceduto oltre il 5%, proseguendo la discesa portata avanti stabilmente dopo i massimi toccati nel 2011. Il paniere europeo di riferimento FTSEurofirst 300 è avanzato dello 0,1% circa.

Tra i titoli osservati speciali da segnalare anche Generali. Debole il comparto bancario; altrove male anche Saipem, Atlantia e Luxottica. Al di fuori del listino principale, fanno rumore le indiscrezioni sul futuro di Tiscali.

Focus anche sui titoli del club di calcio AS Roma, sulla scia delle voci dell’ingresso di un socio cinese. Stando alle informazioni stampa, l’uomo più ricco della Cina rileverà la quota al momento in possesso di Unicredit.

Notizie poco confortanti dal fronte economico italiano, con le vendite al dettaglio scese -2,8% su base annua e -0,3% su base mensile, nel mese di settembre.

Si continua ad allargare il gap tra l’economia core dell’area euro e quella dei Paesi indebitati della perifeira. Alle notizie poco confortanti dal fronte italiano, con le vendite al dettaglio scese del -2,8% su base annua e -0,3% su base mensile, nel mese di settembre, fanno da contraltare quelle positive giunte dalla Germania, dove la fiducia delle imprese cresce ai massimi di un anno e mezzo in novembre.

L’indice Ifo del sentiment economico è salito a 109,3 punti dai 107,4 di ottobre. Gli analisti avevano previsto un miglioramento più moderato, in area 107,7. Bene anche il Pil, che ha registrato un incremento dello 0,3% nel terzo trimestre in Germania, in un periodo in cui quello francese ha accusato una contrazione dello 0,1%.

Rimanendo in ambito di Unione Monetaria, il Portogallo rischia di dover ricorrere a un nuovo piano di aiuti.

Arriva intanto per i mercati azionari della regione la nota positiva di Barclays che, stando a quanto riporta un articolo di Cnbc, ritiene che i titoli azionari europei siano “sottovalutati in modo significativo” e che per questo motivo potrebbero raddoppiare nell’arco dei prossimi 5 anni. Barclays prevede un ritorno del 27% sull’azionario entro la fine del 2014.

“I mercati azionari europei appaiono significativamente convenienti rispetto alla storia e anche rispetto ad altre classi di asset e ad altre aree a livello globale”, ha scritto Barclays in una nota. In particolare, “il rapporto price/book (prezzo/valore contabile) dei listini europei rispetto a quelli americani si trova al momento ai livelli più convenienti dal 1975”, dunque a sconto del 30% circa. Ciò significa che l’indice di riferimento Stoxx 600 potrebbe salire fino a 400 entro la fine del 2014, contro il livello attuale di 322,42 e i 400 del 2007 circa.

Intanto, gli investitori continuano a guardare all’onda rialzista di Wall Street, che ha visto il Dow Jones chiudere per la prima volta al di sopra della soglia dei 16.000 punti. E pensare che cinque anni fa con l’insediamento alla Casa Bianca di Barack Obama valeva la metà, 8.000 punti.

Sul fronte del mercato dei titoli di stato, spread Btp-Bund a 10 anni -0,76% a 232,64 punti base, a fronte di rendimenti decennali -0,38% al 4,08%. A tal proposito, il Tesoro italiano ha annunciato la cancellazione di alcune aste di Btp.

Riguardo alle condizioni dell’Europa nel suo complesso, il numero uno della Bce Mario Draghi ha parlato della necessità di mettere in sicurezza la ripresa dell’economia, che non rimane affatto esente da sfide, mentre il premier Enrico Letta ha detto basta a quelli che ha definito gli “ayatollah del rigore”.

Sul trend dei listini asiatici, sulla Borsa di Tokyo il Nikkei viaggia al massimo degli ultimi sei mesi; chiusura comunque cauta, con +0,10%. Hong Kong +0,47%, indice australiano S&P/ASX 200 +0,90%, Shanghai -0,43%, indice coreano Kospi +0,62%. A livello settimanale, la performance migliore in Asia è stata riportata dall’indice di Shanghai, che ha guadagnato +2,8%, mentre l’indice australiano è stato il peggiore, con -1,2%.

ALTRI MERCATI – Sul valutario, l’euro sale +0,36% a $1,3528, dollaro/yen -0,10% a JPY 101,05; euro/franco svizzero -0,12% a CHF 1,2291 euro/yen +0,25% a JPY 136,70.

Riguardo alle commodities, i futures sul petrolio -0,51% a $94,95 al barile, oro +0,27% a $1.246,90.