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Allarme Bank of America: scoppio bolla hi-tech potrebbe causare crollo S&P 500 del 40%

Le azioni growth, ovvero quelle associate a settori in rapida crescita come l’hi-tech le energie rinnovabili, da tempo protagoniste indiscusse dei mercati finanziari, potrebbero essere sull’orlo di un crollo epocale. È quanto sostiene Bank of America in un recente report che ha fatto tremare Wall Street.

Rischio crollo senza precedenti

Secondo gli analisti della banca d’affari americana, l’attuale bolla speculativa legata ai titoli tecnologici e di crescita avrebbe raggiunto proporzioni superiori a quelle delle storiche bolle del passato, come quella dei “Nifty Fifty” degli anni ’60 e ’70 o la più recente crisi delle dot-com alla fine degli anni ’90. Se questa previsione si concretizzasse, le conseguenze sarebbero devastanti: il principale indice azionario statunitense, l’S&P 500, potrebbe perdere fino al 40% del suo valore.

Come ricorda Gabriel Debach, market analyst di eToro, in una nota odierna, l’S&P 500 ha segnato due nuovi massimi storici la scorsa settimana, salvo poi vivere venerdì la sua peggior seduta dell’anno. Una dinamica che fotografa alla perfezione l’attuale fase di mercato: entusiasmo crescente, ma anche fragilità latente. Il tutto in una settimana più corta del solito, complice la festività di lunedì. L’indice resta a un soffio dal record del 19 febbraio (-2,13%), con un guadagno del 2,24% da inizio anno.

Ma torniamo a Bank of America, la preoccupazione principale degli analisti della banca americana è legata alla straordinaria concentrazione del mercato. Oggi, i primi cinque titoli dell’S&P 500 rappresentano il 26,4% della capitalizzazione totale dell’indice, una percentuale he non si vedeva dai tempi della bolla tecnologica del 2000. Questa concentrazione è guidata soprattutto dai cosiddetti “Magnificent Seven”, un gruppo di colossi tecnologici che include nomi come Apple, Microsoft e Amazon. La loro crescita esplosiva ha spinto l’S&P 500 verso nuovi massimi, ma ha anche reso il mercato estremamente vulnerabile a eventuali correzioni.

Le cause

Secondo Jared Woodard, strategist di Bank of America, uno dei principali motori di questa distorsione è la crescente popolarità degli investimenti passivi. Oggi, più della metà del mercato azionario statunitense è dominata da fondi indicizzati e ETF (Exchange Traded Funds), che replicano passivamente gli indici senza considerare i fondamentali delle singole aziende. Questo approccio ha portato a un accumulo sproporzionato di capitali nei titoli più grandi e più performanti, creando una spirale che rischia di esplodere nel momento in cui gli investitori inizieranno a ritirare i propri fondi.

Woodard sottolinea che il livello attuale della capitalizzazione complessiva del mercato azionario statunitense si trova a 3,3 deviazioni standard sopra la media storica. Questo dato statistico è un chiaro segnale di sopravvalutazione: raramente nella storia dei mercati si è osservato un livello così alto per periodi prolungati senza assistere a un successivo ribasso significativo.

Per dare un’idea della gravità della situazione, Bank of America paragona l’attuale scenario al periodo precedente il crollo delle dot-com nel marzo del 2000 e al boom dei “Nifty Fifty”, un gruppo di titoli blue-chip degli anni ’60 che venivano considerati investimenti sicuri ma che portarono a perdite enormi quando la loro sopravvalutazione divenne insostenibile.

Come proteggersi

Bank of America non si limita però a lanciare l’allarme. La banca offre anche alcune indicazioni su come gli investitori possono proteggersi da un potenziale crollo. Una delle strategie suggerite è quella di monitorare attentamente il rapporto tra l’indice S&P 500 equal-weighted (che dà lo stesso peso a ogni titolo) e il tradizionale indice cap-weighted (che pesa i titoli in base alla loro capitalizzazione). Storicamente, quando l’indice equal-weighted inizia a sovraperformare quello cap-weighted, significa che il mercato sta iniziando a diversificarsi e che i titoli più piccoli stanno guadagnando terreno rispetto ai giganti tecnologici.

Un altro consiglio è quello di puntare su aziende con fondamentali solidi e valutazioni ragionevoli. Bank of America suggerisce di evitare una concentrazione eccessiva nei titoli tecnologici dominanti e di diversificare il portafoglio con ETF focalizzati sulla qualità o su settori meno esposti alle dinamiche speculative.

Infine, la banca raccomanda agli investitori di mantenere una disciplina rigorosa nella gestione del rischio. Limitare l’esposizione a singoli titoli al di sotto del 15% del portafoglio complessivo è una regola prudenziale che può aiutare a ridurre le perdite in caso di correzioni improvvise.