Società

Al via (inutile) crociata anglo-americana contro la finanza creativa

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Londra – Prove di scacco matto alle zona d’ombra nei bilanci delle banche. La battaglia su entrambe le sponde dell’Atlantico è partita. I regolatori di Stati Uniti e Regno Uniti hanno deciso di giocare insieme: presenteranno in giornata le proposte per costringere azionisti e creditori a dire la verità sulle quelle perdite pericolose che potrebbero insinuarsi dietro le banche più blasonate al fine di proteggere gli investitori. L’Apocalisse Lehman Brothers datata 2008 fa ancora male.

In un articolo pubblicato sul Financial Times, Martin Gruenberg, presidente della Federal Deposit Insurance Corporation, e Paul Tucker, vice governatore della Banca d’Inghilterra, hanno preso carta e penna e scritto che questo è un passo concreto necessario per porre fine al problema del “too big to fail“, ossia del sono troppo grandi per fallire, che assilla ancora oggi gli istituti internazionali.

“Tutti i paesi hanno in comune un forte interesse per sviluppare delle regole in grado di arginare le problematiche di carattere sistemico in modo credibile ed efficace che potrebbero ancora emergere nei bilanci delle banche”, scrivono i due regolatori.

Nel 2008 in Inghilterra e in America andò diversamente. Quelle obbligazioni che erano state create dalla finanza creativa finirono per essere occultate, finendo poi per fare quei danni che tutti hanno ancora negli occhi. Adesso secondo Gruenberg e Tocker bisogna muoversi diversamente.

A loro avviso le grandi banche americane e inglesi devono avere sufficiente copertura di capitale nelle loro casse per far fronte alle situazioni di criticità sia che si tratti di emergenza di debito sia di patrimonio. L’obiettivo è ambizioso, ma ancora una volta sono solo proposito. Si accettano scommesse su come andrà a finire questa volta.