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WALL STREET: VENDITE, COLPA DEI VERBALI FED

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Segnali di debolezza persistente sul mercato immobiliare, taglio delle stime di crescita da parte della Fed, petrolio in rialzo e cambio di direzione in vista nella politica monetaria. Dopo aver trascorso la giornata in terreno positivo, senza comunque grandi entusiasmi, gli indici di Wall Street hanno invertito rotta in seguito ai verbali del Fomc per chiudere contrastati: il Dow Jones sale dello 0,24% a 11.413,11 punti, il Nasdaq cede lo 0,15% a 2.361,97 punti, mentre lo S&P 500 avanza dello 0,36% a 1.271,36 punti.

A condizionare la seduta negli scambi iniziali sono stati i dati macroeconomici: le vendite di nuove abitazioni unifamiliari sono risultate al di sotto delle previsioni per luglio, ma in rialzo rispetto al dato di giugno, che rappresentava un minimo di 17 anni. Il rialzo, tuttavia, è il risultato della revisione al ribasso delle vendite di giugno. L’indice di fiducia dei consumatori è invece salito, ad agosto, a 56,9 da 51,9 de mese precedente, risultando decisamente migliore rispetto alla lettura attesa (53).

A pesare sugli indici è stato poi il petrolio, tornato a rivedere quota 118 dollari, sostenuto dai timori che l’uragano Gustav possa interrompere le forniture di greggio dal Golfo del Messico. A pesare, e spingere in terreno negativo tutti e tre gli indici alla fine della giornata, sono stati i verbali del Fomc. Fra i singoli titoli di nuovo in aumento, per il secondo giorno consecutivo, Fannie Mae e Freddie Mac, tirate da un report di Citigroup, secondo il quale le due agenzie semipubbliche specializzate in prestiti ipotecari hanno capitale sufficiente e difficilmente saranno nazionalizzate.

Salgono anche Citigroup e Jp Morgan, che segnano rispettivamente progressi dell’1,36% a 17,85 dollari e +1,36% a 36,32 dollari. Bene anche Lehman Brothers, +4,39% a 19,66 dollari, mentre Merrill Lynch accusa una flessione dello 0,33% a 24,12 dollari. L’aumento del prezzo del petrolio pesa sull’industria automobilistica e quella aerea: Gm perde lo 0,89% a 10,04 dollari e Ford cede l’1,81% a 4,33 dollari. Amr, casa madre di American Airlines, lascia sul terreno del 4,67% a 9,59 dollari.

Sul valutario, l’euro vale 1,4643 dollari dopo la chiusura di Wall Street e oggi ha toccato il valore minimo degli ultimi sei mesi di 1,4571 dollari. L’indice Ifo ad agosto ha subito un calo a quota 94,8, raggiungendo i minimi dagli ultimi tre anni, da 97,5 di luglio. Le previsioni medie degli analisti erano per un valore di 97,2. Numeri che hanno contribuito a rafforzare l’opinione, sui mercati, che la Banca centrale europea dovra’ tagliare i tassi d’interesse il prossimo anno.