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WALL STREET SCIVOLA CON ENERGIA E HI-TECH

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Chiusura in forte ribasso alla Borsa di New York, su cui si sono fatti sentire i timori per la situazione finanziaria della Grecia e per le performance a livello di utili che le societa’ tecnologiche saranno in grado di registrare nel 2010. Il Dow ha perso l’1.13% a 10120.46 punti, il Nasdaq l’1.91% a quota 2179.00, mentre l’S&P 500 ha lasciato sul campo l’1.18% in area 1084.53.

Tali preoccupazioni hanno prevalso sull’entusiasmo suscitato dai conti migliori delle attese di Ford, tornata redditizia dopo quattro anni di perdite, della produttrice di telefonini Nokia e della componente del Dow Procter & Gamble.

A spaventare gli investitori e’ anche il numero ancora elevato di disoccupati: la settimana scorsa ben 470.000 americani hanno presentato domanda di sussidio. Preoccupa, inoltre, l’instabilita’ finanziaria di Atene, alle prese con un deficit record, del 13% superiore al PIL. Il primo ministro greco ha assicurato che il Paese non avra’ bisogno di ricorrere ad aiuti esterni per risanare il buco di bilancio.

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A livello tecnico, il benchmark S&P 500 ha rotto il supporto chiave di 1085 punti, estendendo i cali che sono iniziati dopo che il paniere allargato aveva raggiunto i massimi di 15 mesi. Dall’inizio dell’anno il Dow e’ in calo di quasi il 3%. Se confermata, si tratterebbe del peggiore prova mensile da febbraio 2009.

Per quanto riguarda l’andamento dei mercati dall’altra parte dell’oceano, l’avvertimento dell’agenzia S&P sul sistema bancario del Regno Unito ha innervosito ulteriormente l’Europa, dove lo spread sul credito greco si e’ allargato in maniera significativa.

I mercati finanziari temono che Atene non sara’ in grado di ridurre l’enorme buco di bilancio. Cio’ ha messo sotto pressione gli investimenti a rischio piu’ alto, come le azioni.

Se l’S&P 500 e’ stato zavorrato dalla prova negativa degli energetici, sul Nasdaq hanno pesato i cali di Qualcomm, Motorola e Apple (-4%). Le prime due perdono terreno per via dell’emissione di outlook deludenti. Motorola ha pagato in particolare il disappunto del mercato per le previsioni circa le vendite del palmare Android nel 2010. L’azienda di Cupertino scivola un giorno dopo aver realizzato forti guadagni sulla scia della presantazione dell’atteso iPad, dispositivo multimediale a meta’ tra un palmare e un computer portatile.

In netta controtendenza le Procter & Gamble, che ha riportato un utile trimestrale superiore alle previsioni e ha alzato l’outlook sul fatturato per l’anno in corso. Tra le rare note positive di giornata figura anche Netflix, con i titoli che estendono i poderosi rialzi di ieri grazie ad una serie di promozioni degli analisti, sulla scia di conti trimestrali molto solidi.

La societa’ industriale 3M, produttrice dei Post-It e degli adesivi Scotch, scivola del 2% malgrado abbia riportato profitti migliori delle stime. Da parte sua Ford Motor ha annunciato di aver chiuso il trimestre in utile per la prima volta dal 2005. Le azioni cedono terreno, anche se in misura inferiore al settore, dopo aver toccato punte al rialzo di oltre il 2% circa. Dopo la chiusura dei mercati saranno i giganti tecnologici Microsoft e Amazon.com a riportare i conti fiscali.

In ambito di notizie macro, rispetto alla settimana precedente, le domande di indennita’ settimanali sono calate. Tuttavia sono risultate di 20.000 unita’ superiori al previsto. A luci ed ombre invece il rapporto sui beni durevoli di dicembre.

Gli investitori intanto aspettano di avere notizie da Washington, dove il presidente della Federal Reserve Ben Bernanke sapra’ se incassera’ dal Senato la conferma per un secondo mantato. Nonostante gli ultimi sondaggi mostrino che raggiungere la maggioranza richiesta di 60 voti favorevoli non dovrebbe essere un problema, il mercato ha dato segni di nervosismo.

Sugli altri mercati, nel comparto energetico in progresso le quotazioni del greggio. I futures con consegna marzo avanzano di $0.11 attestandosi a quota $73.78 al barile. Sul valutario la valuta americana ha raggiunto i massimi intraday di sei mesi e mezzo ($1.3938) contro l’euro: la moneta unica si e’ attestata a $1.3978. In calo l’oro a $1084.50 l’oncia (-$1.20). In flessione i prezzi dei Titoli di Stato, con il rendimento sul benchmark decennale che si attesta al 3.6580% in rialzo di 15 punti base rispetto a ieri.