Società

VIA DALLA CITY

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(WSI) –
Metà degli addetti della City vuole cambiare lavoro. È questo il risultato di un’indagine di Morgan McKinley, società di selezione del personale, in cui viene precisato che il 46% del campione composto da 149 persone sta meditando di mollare tutto nonostante abbia ottenuto una gratifica a fine anno. A dispetto di un bonus soddisfacente, i due terzi degli intervistati si dice pronto a una svolta lavorativa.

E pensare che i bonus ottenuti lo scorso anno dal milione di addetti ai servizi finanziari della Gran Bretagna sono lievitati del 43% sulla scia delle operazioni di fusione e aggregazione registrate in Europa: in totale si parla di 2mila miliardi di dollari di incentivi supplementari solo per il 2006. Stando così le cose, qual è il motivo che spinge i manager della City a cercare un nuovo lavoro?

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Per Morgan McKinley, la gente si sposta per via dell’abbondante disponibilità di carriere e di ruoli «importanti» che è evidente non appena si mette il naso fuori da Londra. Le leve, insomma, sono denaro e ambizione. Nel solo mese di gennaio è cresciuta in maniera esponenziale la richiesta di nuovi posti da lavoro tra gli addetti ai servizi finanziari della City. Dall’altra parte, la reazione delle aziende ha portato a un innalzamento del 5% dello stipendio medio, salito a 50.724 sterline (più di 75mila euro).

Oltre all’interpretazione «carrierista» alla fuga dei cervelli dalla City, c’è chi vede nel risultato dell’indagine l’inizio di una nuova era, nella quale i «giovani rampanti» danno più valore al proprio tempo libero. Del resto, non sono le regole di microeconomia che insegnano che quando un bene scarseggia il prezzo inevitabilmente sale? E allora è possibile che i manager della City abbiano applicato la teoria al tempo libero: e così, per ogni minuto in più passato dietro al computer, sale in modo esponenziale il valore attribuito dal lavoratore alla sua vita personale. E se il bonus non va, meglio cambiar vita (e lavoro).

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