Società

«VENDETE SUBITO
I VOSTRI BTP»

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(WSI) – «Gli investitori dovrebbero vendere titoli di Stato italiani e greci, perché il fallimento del referendum francese potrebbe penalizzare le quotazioni dei bond emessi dai Paesi meno virtuosi». L’affermazione netta, e preoccupante, è di Wee-Khoon Chong, strategist obbligazionario di Royal Bank of Scotland. «L’incertezza creata dal no transalpino alla costituzione Ue – continua – spingerà gli operatori a rastrellare i titoli di Stato ad alto rating, in primis quelli tedeschi».

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Standard & Poor’s valuta l’affidabilità creditizia della Grecia con A, al sesto gradino della scala dei rating; l’Italia vale invece AA, al quarto posto; la Germania, invece, vanta il merito di credito più prestigioso, AAA, decisamente meglio rispetto all’Italia che l’anno scorso ha subito un downgrade da parte dell’agenzia statunitense, che si dichiarò preoccupata dalla capacità di contenimento della spesa e dal taglio delle tasse messo in preventivo da Palazzo Chigi.

Oggi, il premio al rischio richiesto dagli investitori per acquistare Btp decennali anziché Bund della stessa scadenza è 22 punti base, il massimo da ottobre 2002. E la differenza di rendimento tra le emissioni (sempre decennali) tedesche e greche ammonta a 25 punti base. «Entrambi gli spread possono allargarsi di altri 5 punti base nelle prossime due settimane – prevede Wee-Khoon Chong – Il no di Parigi non causerà la disgregazione dell’Unione europea, ma renderà più attraente il Bund rispetto alle obbligazioni dei Paesi a più alto debito».

Bruxelles, lo scorso 4 aprile, ha affermato che Italia e Grecia sfonderanno il tetto del 3% del deficit/pil: sarebbe la prima volta che Roma, dall’adozione della moneta unica, viola i parametri di Maastricht. Italia e Grecia – stando all’ultimo rapporto dell’Organization for Economic Cooperation possiedono il più alto stock di debito (in rapporto al pil) tra i Paesi di Eurolandia. E ieri, per l’economia italiana, è arrivato anche l’allarme lanciato dal governatore di Bankitalia, Antonio Fazio (vedere articolo a pagina 2).

Il referendum sulla Costituzione Ue si sposta oggi in Olanda. E le previsioni non sono certo incoraggianti: il 53,2% degli elettori dovrebbe esprimere un voto contrario. In ragione di queste considerazioni, Royal Bank of Scotland prevede che il rendimento sul Bund decennale scenderà al 3,25% entro giugno, in parallelo con un’ulteriore frenata della crescita e dell’inflazione. «In Europa il carovita non sarà un problema, scenderà sotto il 2% – spiega Wee-Khoon Chong – La Banca centrale europea non avrà fretta di alzare i tassi». Allo stesso tempo, l’istituto di Francoforte si appresta a tagliare (ancora una volta) le stime di crescita 2005 per Eurolandia dall’1,6 all’1,4 per cento.

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