Società

TIFARE BERSANI

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(WSI) –
Sì, lo sappiamo, non è che Pierluigi Bersani o Romano Prodi siano diventati campioni di liberalismo, avviare le public company e colpire le rendite di posizione della Cgil o delle coop sarebbe commendevole come e più della lotta al privilegio dei tassisti e alle tariffe minime degli avvocati, e tutto questo non rinunciamo a dirlo, però vale lo stesso ragionamento fatto per il “sì” al referendum: ci sono cose di cui in Italia si discute da secoli, cose che vanno fatte, minime o massime che siano, ci piaccia o no il risvolto spesso malizioso delle varie agende Giavazzi, e chi le fa va premiato, sempre.

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Così era per la fine del bicameralismo ripetitivo e per il rafforzamento dei poteri del premier, così è per il diritto dei professionisti a farsi la concorrenza, a farsi pubblicità, a cambiare il senso del loro mestiere uscendo dalla logica delle gilde, così è per il diritto degli assicuratori a rappresentare diverse compagnie, così è per l’incremento delle licenze decisivo agli effetti di un buon funzionamento del servizio pubblico di trasporto affidato a privati o a cooperative.

E bisogna semmai rilanciare, indicare i nuovi settori da liberalizzare in fretta, evitare il rischio di azioni simboliche incapaci di reggere l’urto della protesta sociale in nome degli interessi colpiti, e di districarsi nella formidabile azione reticolare della politica italiana che si annuncia già attraverso il verbo radicale e antagonista di Clemente Mastella, il suo giù le mani dai miei elettori e dal mio Campanile.

Tifare Bersani, espressione paradossale ma non tanto per una opposizione di governo, seria, concreta, non ondeggiante e subalterna, vuol dire battersi perché la politica riprenda senso, va nella stessa direzione della battaglia fatta perché le tasse si riducessero davvero quando c’erano cento deputati di maggioranza, vuol dire ribadire le ragioni che hanno portato il gruppo di Maroni e Sacconi a varare la prima vera grande liberalizzazione del mercato del lavoro, con la legge Biagi, vuol dire favorire un modello politico sensato, ragionevole, in cui ci sia spazio per cose da fare e non soltanto per chiacchiere politiciste che alla fine affondano qualunque governo, di destra o di sinistra, e condannano all’inazione qualunque politica.

Oltre tutto, tifare Bersani è una sfida: vediamo se siete in grado di fare quel che dite di voler fare, e di superare quell’opposizione corporativa che è riuscita perfino a bloccare un governo di cinque anni eletto su una piattaforma liberista.

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