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STOP ALLE HOLDING LUSSEMBURGHESI

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(WSI) – Per ottant´anni le holding di tutta Europa sono corse nel Lussemburgo per sfuggire alle tasse di casa propria, ma ora la legge del Granducato entrata in vigore nel 1929 dovrà forzosamente andare in pensione. Lo ha deciso ieri la Commissione europea ritenendo che la norma violi le regole comunitarie sugli aiuti di stato.

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Una condanna che però non dovrebbe cogliere impreparate le grandi multinazionali che, fiutata l´aria, già da tempo hanno trasformato il proprio statuto in modo da poter continuare ad usufruire della fiscalità di vantaggio lussemburghese. A farne le spese, invece, saranno le quindicimila “holding 1929” ancora esistenti che, in gran parte, gestiscono i patrimoni familiari di mezzo mondo.

Secondo la commissaria alla Concorrenza Neelie Kroes, il sistema del Granducato «concede vantaggi fiscali ingiustificati che distorcono la concorrenza e il commercio alterando le condizioni eque del mercato in cui agiscono le società finanziarie che sono indotte a creare strutture in Lussemburgo per ridurre i correnti obblighi fiscali». La soppressione del regime di vantaggio, ha aggiunto, «contribuirà a instaurare un maggiore equilibrio nell´industria europea dei servizi finanziari». Per Bruxelles il problema consiste nel fatto che l´esenzione fiscale non è condizionata a nessuno specifico investimento. Una conclusione alla quale la Commissione è giunta dopo quattro anni di analisi e sei mesi di inchiesta approfondita.

E a nulla sono servite le modifiche introdotte dalle autorità del Granducato nel 2005, in quanto ancora oggi il regime sotto accusa «costituisce un aiuto di stato» contrario alle regole europee. Da qui la richiesta di abrogarlo per fine anno, mentre gli effetti per le attuali holding dovranno essere eliminati entro il 2010, pur lasciando che i beneficiari della legge del 1929 escano dalla sua copertura «senza incorrere in pene fiscali».

La legge contestata esonerava le società di partecipazioni finanziarie dall´imposta su profitti, dividendi, interessi e royalties con lo scopo di attirare in Lussemburgo le attività finanziarie, di gestione dei brevetti e di coordinamento dei gruppi multinazionali. Molti di questi, però, hanno già provveduto a cambiare pelle trasformandosi in società di partecipazione finanziaria, un formato che, per quanto sia sottoposto ad un´imposta sul reddito, continua a beneficiare di una serie di vantaggi sulle imposte.

Come testimoniato ieri dal ministro delle Finanze del Granducato, Luc Frieden, secondo cui «le holding finanziarie non sono poi così importanti in Lussemburgo, se non per quanto riguarda la gestione dei patrimoni familiari». Tanto che il governo proporrà nei prossimi mesi nuove modalità proprio per la gestione agevolata di questo genere di ricchezze.

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